Homeland 6X04 “A Flash Of Light” – La recensione

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 Di Daniele Ambrosini

Arrivati al quarto appuntamento, la sesta stagione della serie di Showtime si mostra definitivamente per quello che è e che vuole essere, forse fallendo un po’ nei suoi intenti ma riuscendo comunque a mantenere alto il livello della stagione, che nonostante fatichi a decollare continua a regalare ai suoi spettatori episodi interessanti e meritevoli della visione.

In “A Flash Of Light” Carrie riesce a risolvere il caso di Seikou, che può così tornare dalla sua famiglia, mentre Quinn nota attività sospette nella casa di fronte e decide di investigare. Nel frattempo Saul è ancora in Israele a casa della sorella in attesa di fare ritorno quando ha un incontro con Majid Javadi, vecchia conoscenza della serie, per discutere del ruolo di Nafisi nel presunto programma nucleare alternativo con la Corea del Nord, e successivamente con l’ambasciatore israeliano Etai Luskin che sospetta dei piani di Saul. Nodo cruciale di questo episodio è la ritorsione di Dar Adal nei confronti del presidente eletto Keane che così decide di adottare una linea più dura nei confronti del capo della CIA e per questo ha bisogno dell’aiuto di Carrie, il cui rapporto con Dar è sempre stato poco chiaro ma che adesso diventerà un elemento fondamentale.
La serie si è mossa finora su livelli più psicologici: lo scontro tra i personaggi ed i propri interessi, la verità inconoscibile ed inconciliabile con le situazioni ed i fantasmi del passato. Tutti elementi piuttosto riusciti che però sembrano aver rallentato la narrazione, così è stato necessario inserire un evento che rimescolasse un po’ le acque; ai tempi Homeland era solito inserire colpi di scena clamorosi anche qualora non fosse strettamente necessario, per ravvivare la storia prima che essa iniziasse a sembrare sottotono, quando nessuno se lo sarebbe aspettato: ricordiamo esempi clamorosi nei finali di stagione “The Choice”(2×12) e “The Star”(3×12) e negli episodi “Q&A”(2×5) e “From A to B and Back Again”(4×06). 
Il colpo di scena che dovrebbe rimescolare le carte in tavola arriva quando queste sono appena state disposte, quando non è ancora passata la metà della stagione, perciò la sensazione è che abbia meno potenza di quella che avrebbe potuto avere se fosse stato introdotto diversamente, purtroppo non ha la stessa forza degli esempi sopracitati. Detto questo continuano ad essere inseriti elementi nuovi in grado di aggiungere molto alle varie trame che saranno tessute nel corso della stagione, perciò è innegabile che anche funzionando un po’ meno e avendo in parte fallito le sue ambizioni di tornare ad alti livelli anche sul frangente action, Homeland abbia la qualità necessaria per portare avanti con successo una sesta stagione forse non all’altezza dei picchi delle precedenti ma comunque interessante.

VOTO: 7,5/10

 


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