Di Daniele Ambrosini
Sono passati sei anni e Pete vive come un novello Tarzan nella foresta insieme al suo fidato amico Elliott. Questo fino al giorno in cui i due si imbattono in Grace Meacham, il primo incontro con un essere umano da sei anni. Grace è un ranger forestale e sta per sposarsi con Jack che insieme a suo fratello Gavin gestisce una segheria. Ma quest’ultimo non rispetta i limiti imposti da Grace e taglia alberi oltre al confine stabilito attirando l’attenzione di Pete ed Elliott: così la figlia di Jack nota in lontananza Pete, mentre Gavin nota Elliott. Quindi Pete finisce in custodia a casa di Grace e Jack, e Gavin avvia la caccia al drago.
Ci sono errori ed incongruenze, ma sono tutte cose su cui si può sorvolare; nonostante ciò è difficile non notare che, escludendo prologo ed epilogo, la parte principale del film si svolge nell’arco di soli due giorni e che quindi il finale sembra davvero ingiustificato visto che Pete non ha il tempo materiale per affezionarsi realmente alla famiglia di Grace. Ma il più grande difetto del remake di David Lowery è quello di essere prevedibile dal primo minuto: da quando ci
si siede sulla poltrona a quando si esce dalla sala non c’è un solo
guizzo narrativo, niente di originale, tutto si muove su binari
prestabiliti. Non che non ci siano elementi validi in questo film: su tutti il drago, che è irresistibile e simpaticissimo; il cast azzeccato composto tra gli altri da Bryce Dallas Howard, Wes Bentley, Karl Urban e Robert Redford; una movimentata sezione finale ed emozionante tanto che è possibile lasciarsi trasportare dalla storia negli attimi più concitati prima però di arrivare allo scontato finale, così scontato da risultare quasi fastidioso. A conti fatti questo film non è niente di memorabile, ma l’ennesimo prodotto fatto con lo stampino che non resisterà alla prova del tempo. Ai bambini potrebbe piacere, ma solo a loro.
VOTO: 2.5/5