Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio – La recensione del sequel DreamWorks
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Di Simone Fabriziani
Il Gatto con gli Stivali scopre che la sua passione per l’avventura è stata pagata a caro prezzo: ben otto delle sue nove vite sono andate bruciate. Dovrà così intraprendere una nuova epica avventura alla ricerca del mitico Ultimo Desiderio, che gli permetterà di recuperare le sue nove vite. Il 3 e il 4 dicembre in antepria italiana in sale selezionate e da mercoledì 7 dicembre al cinema, arriva a distanza di undici anni dal primo capitolo Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio, sequel spinoff del celebre felino delle fiabe che aveva fatto il suo debutto al cinema nel 2004 in Shrek 2.
Passano undici, lunghissimi anni dal primo capitolo delle avventure in solitaria del Gatto con gli Stivali di Antonio Banderas e DreamWorks Pictures Animation si rifà letteralmente il look dopo una sfilza di grandi insuccessi commerciali negli ultimi anni. Per resettare la propria credibilità e soprattutto la propria freschezza narrativa ed artistica affonda a piene mani nell’animazione ibrida che nel 2018 fece sfracelli al botteghino internazionale con Spider-Man: Un nuovo universo. Il film targato Sony era stato innovativo proprio per quanto riguarda la tecnica di animazione utilizzata, mélange sbalorditivo tra renderizzazione delle immagini e dei personaggi in CGI e lavoro a mano di tratto, pittura e punti. Il risultato finale, era un’immersiva esperienza cinematografica che rimandava all’aspetto dei fumetti originari.
L’approccio della DreamWorks per il sequel de Il Gatto con gli Stivali è perlopiù il medesimo, già sperimentato con risultati interessanti nel precedente lungometraggio d’animazione della major hollywoodiana, il Troppo Cattivi di Pierre Perifel. Qui invece, dopo undici anni di attesa, cambia il regista dietro la macchina da presa (da Chris Miller a Joel Crawford) e il set di sceneggiatori, ma nonostante il decennio trascorso tra un capitolo cinematografico e l’altro, la qualità nel campo dell’animazione e nella scrittura sono sorprendentemente superiori al cartoon del 2011.
In quella che potrebbe essere l’ultima (?) avventura del felino a cui dona la voce l’ispanico Antonio Banderas, si ragiona in modo originale e stimolante sul concetto di anzianità e sulla morte, costruendo attorno a questi due cardini sensibili una trama avvincente e dall’assetto visivo a tratti sbalorditivo rispetto al primo capitolo realizzato da Miller. In L’ultimo desiderio, il nostro felino preferito affronterà un viaggio lisergico all’interno di una mitica foresta incantata, affiancato dalla sua amata Kitty (Salma Hayek) e dalla new entry Perrito, tutti alla ricerca della favoleggiata stella dei desideri, unica fonte di potere in tutto il mondo che, una volta raggiunta, può esaudire la volontàdi chi la trovi. Ovviamente, dei temibili nemici pronti a tutto saranno alle calcagna del team capitanato dal Gatto per appropriarsi della magia della stella; tra questi, un arcigno Lupo Cattivo (con la voce di Wagner Moura), che nei panni della Morte in persona non si fermerà di fronte a nulla pur di raccogliere l’ultima vita rimasta al nostro protagonista.
Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio, supera di gran lunga il lungometraggio del 2011 per divertimento, inventiva, ambizione e tecnica d’animazione utilizzata; una gran bella sorpresa per tutti coloro che davano per spacciata una casa di produzione negli ultimi in anni in fortissima crisi artistica. Che sia proprio questa l’occasione di voltare pagina?
Il gatto con gli stivali 2 : L’ultimo desiderio arriva nelle sale italiane in anteprima il 3 e il 4 dicembre, da mercoledì 7 dicembre su tutti i grandi schermi.