Di Massimo Vozza
Il piacere è tutto mio (il cui titolo originale e maggiormente azzeccato è Good Luck To You, Leo Grande) è un’opera cinematografica di stampo teatrale ambientata (quasi) totalmente all’interno le mura di una camera di albergo che racconta i quattro diversi incontri tra Nancy Stokes, una vedova in pensione, e Leo Grande, un giovane gigolò. Da questa sinossi non può che esserne derivato un film che gioca con i contrasti, innanzitutto quello tra generi: per l’ora e mezza piena di durata, commedia e dramma entrano in conflitto per poi andare a braccetto continuamente, in un mix a dir poco perfetto dove la commozione lascia spesso spazio poi a una risata e viceversa. Lo scontro però è anche tra maschio e femmina e tra generazioni differenti (tra boomer e millennials per farla breve).
Dato il lavoro del protagonista maschile non è un caso che in primis il sesso si ritrova al centro del discorso ma come una forza di attrazione gravitazionale fa girare intorno a sé qualunque altro tema che è terreno di confronto nel film, dalla differente visione che si ha della propria famiglia, di quello o quell’altro lavoro, la percezione e conoscenza del proprio corpo strettamente legata ai concetti di gioventù e vecchiaia, l’essere o meno disinibiti.
La regia dell’australiana Sophie Hyde è essenziale e pulita, come una stanza d’albergo d’altronde, ma non per questo asettica: per quanto la messa in scena sia totalmente al servizio dello script, la sensazione di assistere a del “teatro filmato” è ridotta all’osso, essenziale, e la macchina da presa riesce a cogliere quei dettagli di gesti e sguardi, a dare una visione a trecentosessanta gradi degli interpreti, confermando che solo la fotografia cinematografica può trasmettere pienamente ciò a una platea di spettatori.
Emma Thompson nel ruolo di Nancy ha avuto la possibilità non solo di regalarci l’ennesima performance degna di nota ma anche di vederla mettersi in gioco in un ruolo diverso, in linea con la sua attuale età anagrafica, e Daryl McCormack regge il confronto dignitosamente, grazie anche a un innegabile physique du role; nonostante quest’ultima affermazione sarebbe sbagliato credere che l’erotismo della pellicola passi solo per la convenzionale bellezza dell’interprete maschile perché in realtà passa non solo per i corpi di entrambi ma soprattutto per l’intimità del loro rapporto che è prima di ogni altra cosa quello tra due identità, con i loro pregi e difetti, emozioni e fragilità, da dover condividere reciprocamente.
Il piacere è tutto mio debutta nelle sale italiane con Bim Distribuzione a partire da giovedì 10 novembre
VOTO: ★★★★