Il premio – La recensione del film di Alessandro Gassman e con Gigi Proietti

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Di Dario Ghezzi

Giovanni Passamonte è uno scrittore in procinto di ritirare il premio Nobel a Stoccolma. L’uomo si ritrova, in questo modo, a partire insieme al fedele collaboratore Rinaldo e ai figli Lucrezia e Oreste in un viaggio on the road dai mille imprevisti e attraverso l’Europa. Giovanni e i figli avranno la possibilità di conoscere l’un l’altro come mai fatto prima tra alti e bassi, litigi e chiarimenti.
La trama de Il Premio può essere riassunta in queste poche righe. La pellicola sarà in sala a partire dal 6 dicembre per la regia di Alessandro Gassman e, oltre a quest’ultimo, vede nel cast Gigi Proietti, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Andrea Zitelli, Matilde De Angelis. Il film è il racconto di un rapporto padre-figli, una sorta di autobiografia dello stesso regista che con questa opera vuole quasi pacificarsi con la figura del genitore (Vittorio Gassmann) chiudendo un cerchio e una celebrazione del proprio passato. Ma, stando alle parole di Gassmann, anche la volontà di creare un film nuovo, una sorta di pellicola ibrida tra commedia e dramma che si dipana in numerose location.



Nessuno, meglio di Gigi Proietti, avrebbe potuto interpretare la figura dello scrittore ego-riferito, celebrato da mezzo mondo e in grado di schiacciare i suoi figli con la sua immensa personalità. L’interpretazione dell’attore è buona e mostra quasi la crisi dell’intellettuale sulla via del tramonto. Il Premio è un film tutto sommato riuscito, fatto di momenti convincenti e altri, francamente, un po’ troppo surreali e sopra le righe. Sicuramente, un punto a favore della pellicola sono gli interpreti, che rappresentano la qualità del cinema italiano, ultimamente non troppo brillante.

A distribuirlo saranno Fulvio e Federica Lucisano in 350 copie.

VOTO: 6/10