Di Simone Fabriziani
E se i dinosauri avessero delle emozioni? E sopratutto, cosa sarebbe accaduto se il meteorite che ha nell’era preistorica annientato i lucertoloni avesse deviato? Come immagineremmo un mondo abitato da dinosauri e umani? Questa e molte altre curiose domande vengono poste con leggerezza e divertimento per tutta la famiglia nell’ultimo prodigio d’animazione targato Disney/Pixar, ma la domanda sorge alla fine spontanea: regge il peso e il confronto con il precedente capolavoro Inside Out?
Già considerato dalla stessa casa di produzione come un “prodotto minore” dalla lunghissima gestazione (inizialmente un progetto cinematografico passato dalle mani del nostro orgoglio italiano alla Pixar Enrico Casarosa a cui si deve il soggetto originale fino ad arrivare all’affidamento in cabina di regia a Peter Sohn, storico collaboratore nell’animazione Pixar e regista del delizioso cortometraggio del 2009 “Partly Cloudy”), il quindicesimo lungometraggio di una delle più interessanti realtà cinematografiche degli ultimi vent’anni si registra come uno dei prodotti minori, ma non per questo tra i peggiori.
La storia prende le mosse dal piccolo Arlo, un Apatosauro che sin dai primi vagiti si sente un po la pecora nera della laboriosa famiglia; è lui il membro più emotive, più affettuoso e più candido dei tre fratelli, lui l’ultimo a doversi guadagnare un’impronta accanto alle altre della sua famiglia. L’avventatezza però del protagonista provoca prima accidentalmente la morte del padre in una terribile alluvione nei pressi del fiume, poi un rocambolesco viaggio alla ricerca di casa in compagnia del pi temibile nemico dei lucertoloni preistorici: un cucciolo d’uomo di nome Spot.
Tracciando una linea narrativa che ricalca in maniera spesso troppo edulcorata ma tuttavia efficace quella del road movie, il film d’animazione ha tra i suoi aspetti meno riusciti una certa debolezza ed approssimazione in fase di sceneggiatura (troppo evidente è il lavoro di passaggio e di rimaneggio del prodotto nelle varie mani), cosi come a volte risulta poco accattivante l’incontro/scontro con diversi e variopinti personaggi sulla strada di casa per i due protagonisti; tutto ciò viene però ampiamente controbilanciato da uno straordinario impianto visivo (ma come dubitarne?) e da un commovente gioco di affetto e comprensione tra i due improbabili compagni di viaggio.
Forse è proprio grazie alla irresistibile chimica tra Arlo e Spot che la pellicola ben si si inserisce in un discorsi più ampio di tenera riflessione sulle diversità, sull’amore reciproco, sulla forza di coraggio e sul senso di famiglia ed appartenenza; valori da sempre irrinunciabili per la Pixar Animation Studios, anche se appartenenti alle più improbabili specie che dominavano il pianeta Terra milioni di anni fa; e la commozione genuina rimane pu sempre intatta.
VOTO: 3/5