Di Simone Fabriziani
Il regista statunitense James Mangold (Logan – The Wolverine, Ford Vs Ferrari) accoglie il testimone dietro la macchina da presa di Steven Spielberg (che qui rimane tuttavia produttore esecutivo assieme al fido George Lucas) e firma il quinto ed ultimo capitolo di una saga avventurosa che, iniziata entrando immediatamente di diritto nella storia del cinema d’intrattenimento con I Predatori dell’Arca Perduta, ha poi progressivamente perso di presa e significanza già nel 2008, anno infausto nel quale Spielberg ha targato con la sua regia il quarto tassello, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo.
Quindici anni fa, critica e soprattutto pubblico (specie i grandi nostalgici della trilogia originale) avevano bocciato in toto il ritorno dell’archeologo di Harrison Ford in fase d’anzianità, accusando il sequel di riportare flebilmente in vita (con una sceneggiatura originale non all’altezza delle precedenti) una reliquia cinematografica che aveva significato e significante nel corso dei fulgidi anni ’80. Un film fuori tempo massimo che non sapeva a quale target di spettatori rivolgersi già nel 2008, figuriamoci quindici anni dopo James Mangold con Indiana Jones e il Quadrante del Destino, primo lungometraggio della saga firmata Lucasfilm realizzato sotto la bandiera distributiva della Disney. E si vede.
Un’unicità che il Quadrante del Destino sceglie di riproporre pedissequamente in struttura narrativa (il prologo ante-litteram non può che rimandare al celeberrimo incipit di Indiana Jones e l’Ultima Crociata), spessore dei dialoghi, location esotiche e risoluzione finale di natura squisitamente sovrannaturale. Tutti prodromi narrativi che, senza al timone una visione registica fresca e innovatrice capace di reinventare la figura dell’archeologo interpretato da Ford, non fa che reiterare una canzone già cantata dal suo protagonista in precedenza ed anche meglio. Senza dover necessariamente scomodare ancora una volta un’immaginario narrativo, quella della saga primigenia, che è esattamente in controtendenza e démodé rispetto alla wave cinematografica degli ultimi anni. Ed anche se Mangold ci prova imbastendo un ottimo incipit e qualche buona sequenza d’azione e il nuovo cast (su tutti, un’energetica Phoebe Waller-Bridge) tenta di virare verso il successo, la rotta di collisione è inevitabile.
Indiana Jones e il Quadrante del Destino arriva nelle sale italiane da mercoledì 28 giugno con Walt Disney Pictures
VOTO: ★★