La primavera della mia vita – La recensione del film con Colapesce e Dimartino

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Di Massimo Vozza

Con una distribuzione evento speciale della durata di tre giorni, esce al cinema l’opera prima di Zavvo Nicolosi che vede inoltre il debutto cinematografico, nelle vesti di attori, co-sceneggiatori e compositori della colonna sonora, del duo musicale Colapesce e Dimartino, reduce dal successo del brano Splash, presentato al Festival di Sanremo.

La primavera della mia vita è un efficace on the road in una Sicilia quasi nascosta, o quantomeno inedita per la settima arte, tra miti e credenze popolari raccontanti con costante e profonda ironia. Il tono riesce a replicare perfettamente la discografia dei due cantautori siciliani in un efficace mix tra profondità emotiva ed elementi pop, accessibile ma estremamente intelligente; il film infatti si pone sia come un godibile prodotto d’intrattenimento che una narrazione dal significato esistenziale, che ben si accompagna perfino con alcune scene dal sapore surreale.

Il viaggio intrapreso dai due ex amici e colleghi Antonio e Lorenzo non porta solo a una metamorfosi (anche letterale) dei protagonisti e del loro rapporto ma pure a una riscoperta delle proprie radici, dei luoghi che amiamo chiamare casa seppur li si potrebbe aver lasciati per recarsi altrove, in una sorta di epopea dei cosiddetti fuori sede.

Colapesce e Dimartino (in compagnia di alcuni colleghi, tra i quali Madame, Brunori Sas e Roberto Vecchioni) si ritrovano a interpretare alter ego di loro stessi, scrivendo evidentemente di contesti e personaggi che fanno parte della propria vita e che provengono dal medesimo bagaglio culturale (e da quello del regista e dello sceneggiatore Michele Astori, entrambi non a caso ugualmente siculi), riportando alla mente diverse coppie di comici della storia del nostro cinema (da Franco e Ciccio a Ficarra e Picone) ma restando fedeli alla propria identità, mantenendo quindi una cifra originale anche con battute e situazioni che potrebbe dare maggiormente la sensazione di già visto e/o sentito.

La regia di Nicolosi ripropone un’estetica in piena continuità con i video musicali da lui diretti per il duo, evidente nella (quasi) totale assenza di movimenti di camera accompagnata da una composizione attenta degli elementi all’interno dell’inquadratura (a volte a favore della profondità di campo, altre quasi schiacciando i personaggi come in un quadro), il tutto è infine presentato da un montaggio che pare seguire una partitura musicale.
La primavera della mia vita è insomma una scommessa vinta, intellettuale ma mai intellettualoide, divertente ma mai superficiale, che speriamo possa ridare seppur per un periodo limitato nuova linfa alla commedia nazionale in sala, soprattutto in momenti così difficili per questo genere anche perché, come diceva Moretti, è sempre il momento di fare una commedia. E per noi di vedere questa.
La primavera della mia vita arriva nelle sale italiane esclusivamente il 20-21-22 febbraio con Vision Distribution

VOTO: ★★★★


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