Di Gabriele Maccauro
Sarà proprio grazie a questo incontro che Pirandello finirà per avvertire una stranezza, un’idea che rimetterà in moto la sua creatività e che lo aiuterà ad uscire dalla crisi in cui sembrava essere sprofondato, fino a portarci alla prima rappresentazione teatrale di quella che è forse la sua opera più famosa e rivoluzionaria, ovvero Sei personaggi in cerca d’autore (in cui spicca, seppur con un minutaggio ristretto, l’interpretazione di un grande attore quale Luigi Lo Cascio, nel ruolo del capocomico).
Nel raccontarci una storia tutto sommato semplice e non troppo lontana dal classico prodotto Rai cui siamo abituati, Roberto Andò è però bravo nel mescolare i generi, realtà e finzione, addirittura fantasy e neorealismo e soprattutto nel riuscire in modo invisibile a spostare l’attenzione ed il focus dal Pirandello di Toni Servillo, rendendo spesso e volentieri esso stesso spettatore, che ascolta, ruba, si lascia ispirare.
La possibilità sì di poter vedere ciò che succede sul palco ma anche e soprattutto ciò che succede dietro le quinte o, ancor più, tra il pubblico pagante con un continuo intreccio tra autore e spettatore, visto e non visto, con un Pirandello che osserva, nascosto, senza però venir mai davvero visto o riconosciuto e con Sebastiano ed Onofrio che, alla fine, ci ritroviamo come veri protagonisti del film.
Sarebbe stato fin troppo facile girare un’opera totalmente accentrata sulla figura di Pirandello ma Andò, in quello che è probabilmente il suo miglior film, riesce a dare maggior respiro ad un film che diventa così, a tutti gli effetti, corale.
Come detto dallo stesso regista, questo è “un film sul teatro che racconta anche il pubblico” e l’intento sembra assolutamente riuscito, perché nonostante non sia esente da errori, il grande amore per questa storia ed il cuore con cui è stata messa in scena sono palpabili.
La stranezza è distribuito da Bibi Film e Tramp Ltd. e distribuito da Medusa Film e RAI Cinema. Nelle sale italiane da giovedì 27 ottobre.