L’esorcismo di Hannah Grace – La recensione dell’horror targato Sony

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Di Simone Fabriziani

Uno scioccante esorcismo finisce fuori controllo, costando la vita a una giovane donna. Mesi dopo, Megan Reed lavora all’obitorio quando prende in consegna un cadavere sfigurato. Chiusa da sola all’interno del seminterrato, Megan comincia a sperimentare terrificanti visioni e a sospettare che il corpo possa essere posseduto da una spietata forza demoniaca. Da giovedì 31 gennaio nelle sale italiane con Sony Pictures L’esorcismo di Hannah Grace.

Il film diretto da Diderik Van Rooijen era già sbarcato nelle sale Usa lo scorso 30 novembre, con poco riscontro al botteghino; l’uscita tecnica italiana della Sony non fa altro che esacerbare il poco appeal del film horror di Van Rooijen, lezione scolastica e e poco ispirata di contemporaneo cinema del brivido che, in un panorama odierno che nel genere si sta progressivamente risollevando, impallidisce senza remore.

Supportato da un cast di giovani promesse non note al grande pubblico, L’esorcismo di Hannah Grace (The Possession of Hannah Grace) si insinua con poca agilità nel filone del sub-genre dei cosiddetti possession movie, ritornati in auge sul grande schermo sin dagli inizi degli anni 2000 quando tornò in versione restaurata e uncut il capostipite L’esorcista di William Friedkin.
Affusolato ai meccanismi ormai ben oliati del cinema horror per adolescenti tutto jump scare e poca cura della struttura narrativa, L’esorcismo di Hannah Grace appare più come un fallimentare tentativo di raccontare la delicata natura della possessione in una chiave ed in un contesto inedito (l’ambiente ospedaliero) privandosi a tutti i costi  dell’elemento più imprescindibile del genere cinematografico a cui si ascrive il film di Diderik Van Rooijen: la paura.
L’esorcismo di Hannah Grace si riscopre però interessante solamente quando si riscopre denuncia della drug addiction della protagonista, una dipendenza dai farmaci che formula un significato più ampio all’interno del lungometraggio, sempre a cavallo tra incubo ad occhi aperti e fede nella possessione demoniaca, discrimine soprannaturale che però, paradossalmente, ne costituisce anche l’elemento meno interessante.
VOTO: 4/10


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