L’UOMO CHE VIDE L’INFINITO- La Recensione

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Di Dario Ghezzi

Ramanujan (Dev Patel) è un giovane indiano molto povero con la grandissima passione per i numeri. Riesce a elaborare formule e teoremi quasi impossibili. Un giorno, grazie ad un suo collega di lavoro, ottiene la possibilità di recarsi al Trinity College per incontrare il matematico GH Hardy (Jeremy Irons). Sarà l’inizio di un rapporto di lavoro e scambio che si tramuterà in amicizia.

Questa, in breve, è la sinossi del film L’uomo che vide oltre l’infinito di Matthew Brown, nelle sale a partire dal 9 giugno. Il regista si concentra sullo scontro tra culture diverse ma anche modi di vedere la vita e i numeri. Ramanujan è sposato con Janaki, desidera ardentemente tornare da lei in India mentre Hardy è sposato con la matematica.


Ramanujan crede che i numeri siano frutto di Dio, Hardy è ateo ma è proprio su questi punti inconciliabili che si gioca il loro rapporto ma anche il film. Brown crea una sceneggiatura al tempo stesso snella, fruibile (nonostante i teoremi matematici tout court) ma anche profonda ed emozionante. 



Buona la pellicola degli attori che si muovono agevolmente tra i diversi toni toccati dal film.
L’uomo che vide l’infinito è una sorta di romanzo di formazione per entrambi i protagonisti.
Per Ramanujan, l’incontro con Hardy è il pretesto per indagare razionalmente ciò che è dietro le cose mentre per Hardy diventa il modo di svincolarsi da regole rigide ma anche di aprirsi di più al mondo.
La pellicola è distribuita da Eagle Pictures.

VOTO: 3/5