Men In Black: International – La recensione dello spinoff Sony con Chris Hemsworth e Tessa Thompson

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Di Dario Ghezzi
Nel 1996 Molly assiste a degli agenti che “neuralizzano” la memoria ai suoi genitori. La bambina cresce convinta che nel mondo esistano delle squadre speciali addestrate per scovare alieni e fatti misteriosi. Dopo molti tentativi, finisce al sevizio dei Men In Black. Qui, conosce l’agente H che la trascina in una missione col compito di dimostrare la sua innocenza e smascherare la vera talpa dell’organizzazione. 

Men in Black: International del regista F. Gary Gray è uno spin-off della saga iniziata nel 1997 e vede nel cast Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Liam Neeson, Emma Thompson e Rebecca Ferguson e vorrebbe calcare il successo dei film originali, considerati delle pietre miliari del genere della commedia action, essendo riusciti ad avere degli incassi da capogiro. 
Quello che colpisce del film è sicuramente la sintonia tra i due attori principali, ma per il resto il film si presenta un po’ debole a livello di sceneggiatura, a tratti caricaturale del genere stesso. Infatti, la trama non ha particolare mordente, scivola via senza troppi problemi e intoppi, con colpi di scena prevedibili è davvero troppi pochi momenti action. Infatti, sono poche le scene di combattimenti e azione. Sicuramente godibile l’inseguimento nel deserto e la figura dei due cattivi alieni del film. 
In America il film ha incassato già 235 milioni di dollari, a fronte però di una critica non particolarmente indulgente. Anche in merito agli effetti visivi, in alcuni momenti sono così artefatti e svelati da distogliere l’attenzione su quello che sta accadendo sullo schermo. 
Nel complesso, Men in Black: International si presenta come un film senza troppe pretese, sicuramente non destinato a essere una ripartenza per le nuove generazioni ma fonte di divertimento e spensieratezza per chi si reca al cinema in queste calde giornate.
VOTO: 6/10