Obbligo o verità – La recensione del teen horror della Blumhouse

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Di Simone Fabriziani

Obbligo o verità, un innocuo gioco tra amici, si trasforma in qualcosa di mortale quando qualcuno – o qualcosa – inizia a punire coloro che dicono una bugia o si rifiutano di mettere in mostra il loro coraggio. A partire da giovedì 21 giugno sbarca nelle sale il film da brivido prodotto dalla prolifica Blumhouse e distribuito da Universal Pictures di sicura presa verso un target di spettatori estivi più teenager che adulti.

Obbligo o verità, scritto e diretto da Jeff Wadlow, si inserisce con agilità e scaltrezza nel tradizionale panorama cinematografico delle pellicole da brivido della immancabile stagione estiva, mescolando con intelligenza ed un pizzico di ironia dinamiche narrative che hanno reso celebri titoli appartenenti allo stesso genere come Final Destination e It Follows. La presenza nel cast di idoli dei teenager come Lucy Hale  e Tyler Posey garantiscono freschezza ad un prodotto che ben si ambienta nel target di riferimento, senza troppi fronzoli di autorialità o originalità a tutti i costi.

Felicemente sposato al filone dello slasher per brividi adolescenti tutto ormoni impazziti e gioia estiva, Obbligo o verità però nasconde tra le pieghe della sua narrazione divertita di gioco di ruolo mortale un commentario sociale cospicuo e non scontato: attraverso i turni di obbligo o verità, i giovani protagonisti sono costretti dalla presenza demoniaca a rivelare realtà scomode a sé stessi e e ai propri amici. Più che un terrificante gioco di presa di posizione, un’allegoria intelligente della delicata fase dell’adolescenza e dei segreti e turbamenti che essa si porta dietro nella sua naturalezza.
I salti di paura sulla poltrona sono assicurati, la fresca ironia dei protagonisti è presente, la tradizione dello spensierato horror da spiaggia rispettato anche questa volta, nonostante tutto.

VOTO: 6,5/10






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