Di Simone Fabriziani
Dopo cinque anni trascorsi in prigione, Debbie Ocean ha in mente il colpo più grande della sua vita: rubare una collana di diamanti dal valore di 150 milioni di dollari. Per riuscirci, mette in piedi una squadra di sole donne pronte a colpire durante una delle serate di gala più importanti di New York. Sequel tutto al femminile della fortunata saga remake capitanata dai colleghi maschietti George Clooney e Brad Pitt, Ocean’s 8 rinnega la mitologia dei tre film predecessori (ma attenzione a citazioni e cammei inaspettati) e fa ripartire la saga con una marcia in più.
Peccato che il sequel affidato al pure abile regista e sceneggiatore Gary Ross non elevi a prodotto finito e confezionato la dinamicità e la pure ironia da solido action movie di rapina che prima era stato affidato a Steven Soderbergh, ora qui in veste di produttore esecutivo. Se il primo remake del 2001 aveva sbancato i botteghini di tutto il mondo con un mix felicissimo di azione al cardiopalma, un cast maschile in stato di grazia e una solida sceneggiatura, ciò non accade per la (falsa) ripartenza con il gentil sesso.
Il colpo di Debbie Ocean non ha purtroppo lo stesso spessore e la stessa solidità in fase di scrittura dei suoi precedenti capitoli; se la sospensione dell’incredulità è d’obbligo per suddetto genere cinematografico, altrettanto non si può però affermare del film scritto a quattro mani dallo stesso Gary Ross con Olivia Milch: troppe poche incognite e errori di percorso in una rapina criminale che, tutto sommato, fila via liscia senza alcun intoppo in maniera piuttosto esagerata anche per i palati più smaliziati ed annoiati del pubblico in sala odierno.
Se il cast tutto al femminile non riesce mai a brillare veramente (Sandra Bullock, Cate Blanchett, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway, Sarah Paulson, Rihanna, Awkwafina, Mindy Kaling) e l’ironia dei personaggi stenta a decollare in una pellicola dai toni prevedibili e derivativi, a brillare in simpatia e dedizione al suo ruolo frivolo una Anne Hathaway al meglio delle sue velleità comiche.
Un sequel quello di Gary Ross che, più che intriso di apologia al female power imperante, strizza l’occhio all’operazione commerciale avviata due anni fa dallo sfortunato reboot al femminile della Sony Ghostbusters.
VOTO: 6/10