Ore 15:17: Attacco al treno – La recensione del nuovo film di Clint Eastwood

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Di Dario Ghezzi

Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone si conoscono al
tempo delle scuole medie e diventano subito amici. La vita li separa ma il loro
legame continua, affrontando insieme delle decisioni molto importanti per il
loro futuro. Durante un’estate, i tre ragazzi decidono di fare un Eurotour,
affrontando un viaggio in tutte le città più importanti del Vecchio Continente.
Di ritorno da Amsterdam, sul treno diretto a Parigi, i giovani si trovano a
sventare un incredibile attentato dai potenziali esiti disastrosi.
Questa è la trama del film Ore 15.17: attacco al treno, la
pellicola diretta da Clint Eastwood in uscita l’8 febbraio e che si basa sulla
storia vera dei tre giovani protagonisti. Il regista, per il film, si è basato
sul libro autobiografico scritto dagli stessi Sadler, Skarlatos e Stone, premiati perfino dal
presidente François Hollande con una medaglia all’onore per aver impedito a un
attentatore di fare una strage. Dopo una scelta ponderata, Eastwood (Sully,
American Sniper) ha deciso di proporre agli amici di essere loro stessi i
protagonisti. A questo punto, i tre hanno colto l’occasione di raccontare
mettendoci anche la faccia una storia molto intensa fatta di coraggio.
Ore 15.17 Attacco al Treno è la storia di persone comuni che
compiono un atto straordinario, trovando il loro posto nel mondo. In un’ora e
mezza si dipana la vicenda dei personaggi (accompagnati dalle attrici Jenna
Fischer
e Judy Greer) e quello che ne deriva è un romanzo di formazione che,
però, manca di pathos. Eastwood percorre le tappe salienti della crescita di
Anthony, Alek e Spencer (gli ultimi due membri dell’esercito americano) e
lascia solo all’ultima parte del film la storia dell’attentato (seppur
inframmezzando la narrazione con scene flash). Oggettivamente, un lasso di
tempo troppo breve per poter essere coinvolti al 100% in questo estremo atto di
coraggio. Per il resto, manca l’approfondimento, si resta appesi alla
superficie.
Naturalmente, il regista non scevra riferimenti alla religione,
a Dio e alla guerra, forte dei suoi ideali repubblicani. Il punto positivo
della pellicola è sicuramente la naturalezza dei tre personaggi, a proprio agio
nei panni di loro stessi e convincenti.
Una pecca al film è senza dubbio la parte che ci riguarda
più da vicino: quella girata in Italia. Non poteva mancare, anche in questo
caso, il ritratto di un Paese impregnato di folklore e il sottofondo con Domenico Modugno non fa che rimarcare questo aspetto. Ore 15.17 Attacco al treno è un
film in cui manca l’epica, seppur spesso straboccante, dei film migliori di Clint
Eastwood e resta un lavoro quantomai fin troppo asciutto. 
VOTO: 6/10


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