Di Simone Agueci
Siamo nel 1944, le truppe alleate si preparano a sbarcare in Francia evento che in futuro verrà ricordato come D-Day, ma qualcosa non permette all’esercito statunitense di dare inizio all’operazione “Overlord” e quel qualcosa è un segnale radio collocato in cima ad una chiesa che blocca ogni sorta di comunicazione impedendo cosi agli alleati di coordinarsi rendendoli completamente ciechi.
Questo è l’incipit del nuovo film prodotto da J.J. Abrams che si presenta come un B-movie senza alcuna aspettativa, ma che tutto sommato e a suo modo lascia il segno.
Un plotone di soldati americani dopo aver subito un attacco dalla contraerea tedesca è costretta ad un atterraggio di fortuna sparpagliandosi sul territorio occupato dai nazisti, venendo brutalmente decimati i sopravvissuti decidono di rifugiarsi nel paesino limitrofo, grazie anche all’aiuto di una coraggiosa ragazza francese.
L’obbiettivo della missione rimane immutato; distruggere l’antenna che disturba il segnale tuttavia ben presto i soldati scopriranno che i “crucchi” non si limitano a oscurare i segnali nemici, ma nel sotterraneo della chiesa avvengono macabri esperimenti sugli esseri umani, dividendo i protagonisti scegliendo tra gli ordini dei propri superiori o tra non abbandonare quelle povere persone.
La pellicola ci viene presentata dal regista Julius Avery, come un classico war movie aprendosi con una maestosa ripresa dall’alto di aerei militari, analizzando gli aspetti psicologici che la guerra ha innescato nei protagonisti facendosi domande su il perché siano li e cosa abbiano fatto di male per meritarselo, ma senza cadere troppo sul cupo grazie anche a battute e sarcasmo che spezzano l’atmosfera plumbea. Nella seconda metà del film avviene un netto cambiamento: Da film di guerra si trasforma in un prodotto puramente horror/splatter a tratti gore.
Nei suoi 109 minuti, la pellicola non si cura minimamente del lato umano dei nazisti, facendo passare l’idea che, grazie soprattutto alla sceneggiatura di Billy Ray e Markus L. Smith già sceneggiatori rispettivamente di Hunger Games e Revenant solo per citarne alcuni, gli americani siano meglio in tutto e per tutto senza tralasciare, però, le atrocità commesse dai soldati alleati come ad esempio l’interrogatorio del generale delle SS.
In sostanza Overlord è un lungometraggio che si dimostra un b-movie dall’ottima resa, diretto in maniera esemplare dall’esordiente Julius Avery e grazie anche all’ottimo comparto tecnico che presenta una CGI degna di nota, non mancando però di prolissità in alcuni dialoghi e un finale forse troppo incalzante e sbrigativo.
VOTO: 7,5/10