Passages è il film definitivo sugli strazi della bisessualità latente [Recensione]

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Di Simone Fabriziani

Due uomini (l’inedita coppia formata da Franz Rogowski e Ben Whishaw) hanno una relazione che va avanti, fra alti e bassi, ormai da quindici anni. Ma cosa succede quando si scopre che uno dei due ha cominciato a tradire l’altro con una donna (Adele Exarchopoulos)? Una domanda a cui il regista statunitense Ira Sachs (I toni dell’amore, Frankie) fornisce una brillante risposta in Passages, film distribuito in Italia da Lucky Red e Mubi e che debutterà nelle nostre sale da giovedì 17 agosto.

La prima trasferta europea per il cineasta americano ha il sapore irresistibile del cosmpolitismo linguistico. Il suo ultimo, acclamato film, si svolge nei sobboghi della capitale francese, città metrosessuale per eccellenza, luogo scelto dal giovane regista austriaco Tomas Freiburg (Franz Rogowski) per vivere assieme al suo fedele partner britannico Martin (Ben Whishaw) e per portare avanti il suo lavoro dietro la macchina da presa. Con non poche difficoltà ed intoppi privati ed amorosi, visto che la conoscenza della giovane maestra di scuola elementare Agathe (Adele Exarchopoulos) sconvolgerà la vita di Tomas sin dalle sue fondamenta, mettendo a repentaglio il sentimento che lo lega a Martin e la sua stessa identità sessuale.

A partire da uno studio non scontato sul melting pot linguistico che unisce ed imbriglia i tre protagonisti di Passages (dal tedesco di Rogowski all’inglese britannico di Whishaw, per passare infine al francese autoctono della Exarchopoulos), con il suo ultimo lungometraggio Ira Sachs mette in scena una riflessione caustica e fortemente provocatoria sull’attualissima fluidità di genere. Al centro quindi del pensiero dietro alla realizzazione di Passages (da una sceneggiatura originale curata, oltre che da Sachs, anche da Mauricio Zacharias e Arlette Langmann) la figura del giovane regista tedesco interpretato da uno sfaccettato ed intenso Franz Rogowski, qui forse al culmine della sua radicale e coraggiosa ricerca professionale sui personaggi da portare sul grande schermo.

Nella crisi identitaria di Tomas Freiburg si incentra il perno di quello che a tutti gli effetti si tramuta in un doloroso e complesso triangolo amoroso nato e costruito sul senso di colpa e sull’insoddisfazione emotiva. Un tradimento sentimentale e fisico, quello che inscena Tomas ai danni del suo partner Martin, emblematico di una bisessualità prima latente, poi pericolosamente prorompente e deflagrante. Una detonazione psicosessuale che lentamente disintegra la vita privata di Tomas, quella del fragile e sensibile Martin e le aspettative dell’ammaliante e carismatica Agathe.
Passages è un toccasana cinematografico nel pur vastissimo (e per fortuna!) panorama produttivo di matrice LGBTQ+, forse tra gli esempi più profondamente strazianti e genuini sul lancinante bivio di desideri e necessità latenti della realtà bisessuale, tra mescolanze linguistiche, melting pot geografici e una città, Parigi, che abbraccia e culla i suoi tre protagonisti come una madre severa e ieratica. Dopo i buoni successi low-budget di titoli come I toni dell’amore, Little Men e Frankie, forse Ira Sachs ha firmato il suo film più importante.

Passages arriva nelle sale italiane giovedì 17 agosto con la distribuzione di Lucky Red e MUBI Italia.

VOTO: ★★★★


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