Peter Rabbit – La recensione del film con Domhnall Gleeson ispirato ai racconti di Beatrix Potter

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Di Simone Fabriziani

Animali di città, animali di campagna. La dicotomia tutta british tra le bucoliche virtù del countryside inglese e la frenesia industriala della città fumosa di Londra. La letteratura per l’infanzia del Regno Unito ha scavato nel profondo delle menti dei giovani lettori sul parallelismo di questi valori contrastanti. Anche il classico per bambini Peter Rabbit ebbe da dire la sua nell’anno di pubblicazione 1902.

Scritto, illustrato e pubblicato dalla popolare scrittrice Beatrix Potter , Peter Coniglio è divenuto nei decenni successivi uno dei pilastri della letteratura inglese per l’infanzia; materia di innumerevoli adattamenti multimediali, il racconto approda nuovamente nelle sale di tutto il mondo con il film omonimo di Will Gluck, riammodernamento in salsa contemporanea delle parole scritte dalla Potter.
Materia principale l’eterna lotta per il cibo e il territorio campagnolo tra la banda di tenaci animali da cortile capitananti da Peter e il temibile e crudele fattore McGregor. La morte del vecchio proprietario terriero e l’arrivo del giovane nipote metterà in discussione i piani dell’allegra combriccola di animali per impossessarsi del cibo dell’orto.

Agganciato alla presenza dei volti giovani e freschi di Domhnall Gleeson e Rose Byrne (ma non lasciatevi sfuggire il gustoso e divertente cammeo di Sam Neill nei panni di McGregor), il film diretto da Will Gluck (ri)aggiorna l’ode alla vita campagnola e ai valori della terra e dell’amore per essa (e dei suoi simpatici abitanti animali) alla frenetica epoca odierna riformulando la narrazione bucolica della Potter a tematiche, battute di spirito, riferimenti ne commenti musicali tutti contemporanei, appetibili al piccolo spettatore dell’oggi.
Volutamente ed orgogliosamente disimpegnato e leggiadro nella sua esecuzione, Peter Rabbit risulta tuttavia un valido prodotto per tutta la famiglia, capace di divertire con onestà e franchezza sia i più piccini che i più grandi. Il titolo perfetto per un Pasqua al cinema in completa spensieratezza.
VOTO: 6,5/10


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