Ride – La recensione del film di Jacopo Rondinelli

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Di Anna Martignoni

Max e Kyle sono amici di vecchia data dai caratteri diametralmente opposti ma legati dalla stessa passione: gli sport estremi. I due amano infatti spingersi oltre i limiti, raggiungendo altezze vertiginose o sfidandosi in acrobazie con le loro bici. In modo del tutto inaspettato Max e Kyle saranno invitati a partecipare ad un contest segreto di downhill organizzato dalla società Black Babylon, il cui premio in denaro può salvare le sorti di entrambi; ma ad attenderli ci sarà un percorso che metterà a dura prova la loro sopravvivenza.

Ride nasce da un’idea di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, in arte Fabio&Fabio (già autori e registi di Mine con Armie Hammer); dietro la macchina da presa troviamo Jacopo Rondinelli, al suo primo lungometraggio. Considerando il contesto cinematografico italiano, il film è senza dubbio un’opera innovativa in tema di regia; esso infatti non propone allo spettatore il classico punto di vista di un narratore o di un filo conduttore che traina la vicenda, bensì utilizza la tecnica del Found Footage: l’intero racconto deriva dai filmati girati dagli stessi personaggi, i quali si pongono allo stesso tempo come protagonisti e come testimoni della crudele gara, anche attraverso soggettive. Grazie alla pluralità dei punti di vista presentati (ogni attore è fornito di tre action-cam Go Pro, oltre a quelle presenti sulle stesse bici, in ogni angolo dell’arena e quelle dei droni), Ride si trasforma in una sorta di Grande Fratello che diventa prodotto transmediale, ricco di citazioni cinematografiche, televisive e dei videogmes: il bike park del Trentino in cui si svolge la gara di downhill, tra vette innevate e fitti boschi, ci ricorda The Blair Witch Project, ma anche il primo capitolo degli Hunger Games. I monoliti che appaiono ad ogni checkpoint, poi, sono molto simili a quello celeberrimo di 2001: Odissea nello spazio.

Se la complessità con cui è stato girato il film regala una regia convincente ed innovativa, Ride appare sul versante narrativo alquanto pesante ed oppressivo; non tanto nella prima parte, durante la quale l’inquadramento dei protagonisti aiuta lo spettatore a comprendere le ragioni che spingono i due ad accettare una sfida così estrema, quanto piuttosto nella seconda: qui infatti, dopo quello che vorrebbe essere un colpo di scena -ma che in realtà risulta abbastanza prevedibile- l’intera vicenda prende una piega fin troppo inaspettata, che poco ha a che fare con il resto della pellicola e che trasforma il film in un artificio confusionario. Il ritmo, che aumenta con l’avanzare della storia fino a diventare alquanto ansiogeno, è sorretto in modo efficace dalla recitazione dei due attori protagonisti, Ludovic Hughes e Lorenzo Richelmy.
Ride arriverà nelle sale italiane il prossimo 6 settembre tramite una distribuzione Lucky Red in associazione con 3 Marys.

Voto: 6/10


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