Roma 2017: The Party – La recensione del nuovo film di Sally Potter

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Di Edoardo Intonti

Presentato lo scorso febbraio al Festival di Berlino, arriva in anteprima alla Festa del Cinema di Roma l’ultima pellicola di Sally Potter:  una delle più attente e spietate creazioni della regista londinese, che come per quasi tutti gli altri suoi lavori ne è anche la sceneggiatrice 


Divenuta celebre con l’Orlando, che fece scoprire al mondo Tilda Swinton, Sally Potter è una delle registe più interessanti e sperimentali che siano sulla scena europea al momento, nonostante la tenera età di 68 anni. Cresciuta in un periodo storico e in un clima cultural/politico che hanno indubbiamente contribuito alla sua crescita artistica e alla sua visione cinematografica, rivediamo reminiscenze del suo approccio ateo/anarchico in altre sue pellicole forse meno note (ad esempio in YesGinger & Rosa), oltre che recentemente in The Party. Una festa, appunto, organizzata per festeggiare l’elezione a Ministro del Governo ombra da parte della padrona di casa (Kristin Scott Thomas) una brillante politica di sinistra supportata dal placido marito intellettuale (Timothy Spall).
I due coniugi invitano dunque gli amici più stretti a festeggiare l’evento: otto invitati, che nell’arco di una breve serata saranno costretti, volenti e nolenti,  a dover lavare  i panni propri panni sporchi (segreti o meno) davanti agli occhi di tutti gli invitati. 
Teatrale nelle logiche di una sola ambientazione e della temporalità quasi consecutiva, potrebbe risultare noioso ai più, visto che il genere prevede una certa verbosità, riuscendo comunque a distanziarsi ampiamente dalle logiche statiche del tetro sullo schermo, toccando punti di regia decisamente apprezzabili e per nulla statici, sopratutto dal punto di vista della colonna sonora, elemento dissacrante persistente durante tutti i suoi  70 minuti. I dialoghi, che cercano di eguagliare punti di eccellenza come Carnage di Yasmina Reza o Sei gradi di separazione di John Guarei, scavano abilmente nella psiche dei sette personaggi, mettendo in mostra man mano la loro vera natura,  senza mai risparmiarsi elementi comici e sagaci capaci di in permettere una visione mai sofferta, ma anzi spesso smorzata da qualche risata amara.
I vari personaggi, rappresentano ognuno  il ribaltamento di un’archetipo: Bruno Ganz, il guaritore spiritualista (tedesco) e pacifista; Cillian Murphy, il banchiere cocainomane ma realista, simbolo del neo capitalismo; Cherry Jones: il femminismo delle origini, più pacato è saggio del femminismo moderno, incarnato da  Emily Mortimer, orgogliosa di non aver mai avuto un uomo dentro di sé, ora gravida di tre gemelli; Timothy Spall: l’intellettuale di sinistra terrorizzato dalla morte e presto disposto ad abbandonare gli ideali per i quali si è battuto per anni in cambio della salvezza; Kristin Scott Thomas la donna in carriera, completamente assorbita dalla politica dal suo paese ma ignara di quello che accadeva in casa propria; e infine Patricia Clarkson: avatar, simile anche fisicamente, della stessa regista: l’unico personaggio cinico e senza scheletri nell’armadio, non schierato politicamente e  osservatore per nulla silenzioso delle confessioni degli altri invitati,  in una relazione al limite tra l’amore e l’odio verso la spiritualità del partner.
L’obbiettivo della Potter non è dare delle risposte o schierarsi nei confronti di uno o l’altro degli approcci alla vita dei vari protagonisti: è bello iniziare la pellicola immaginando di simpatizzare naturalmente per un personaggio e il suo punto di vista (o di detestarne un’altro),  per poi scoprirne le lacune e i limiti, pensando forse di mettere in discussione se stessi, vagliando un punto di vista diverso rispetto a quello che siamo abituati ad avere.
Non si tratta della classica pellicola da vedere distrattamente o costruita secondo i classici schemi hollywoodiani,  che grazie a Dio, autori come questi cercano di ignorare, bensì di uno di quei progetti il cui fine risulta  diverso  dal semplice “voler raccontare una storia” (siano essi drammoni sentimentali o biopic) risultando forse vagamente spocchioso ma comunque una delle pellicole più interessanti dell’anno (e che in Italia dovrebbe arrivare a Gennaio 2018).
VOTO: 10/10



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