Di Daniele Ambrosini
Il film diretto da Jon S. Baird ripercorre la tournée che nel 1953 ha visto Stan Laurel e Oliver Hardy calcare i palcoscenici d’Inghilterra. Periodo non particolarmente fortunato per il duo comico, ormai al tramonto, che fatica a riempire le poche sedie offerte dai piccoli teatri dove si esibiscono. Laurel sta lavorando alla sceneggiatura del loro prossimo film ed è convinto che il tour teatrale aiuterà lui ed il suo compagno di scena a prepararsi per le imminenti riprese. Un produttore londinese dovrebbe finanziare la nuova avventura cinematografica di Stanlio e Ollio, ma una serie di disavventure e la malandata salute di Hardy complicheranno la situazione.
Stanlio e Ollio è un biopic molto semplice e dalla struttura rigorosa, ma ricco di ironia. La vivace sceneggiatura di Jeff Pope, infatti, arricchisce quello che poteva essere un semplice film biografico e lo trasforma in una vera e propria commedia, pur riuscendo ad incorporare gli inevitabili momenti drammatici, senza appesantire troppo l’impianto ed il tono volutamente leggero della pellicola. Dialoghi vivaci ed una comicità molto fisica rendono il film decisamente divertente, senza essere mai volgare o manipolatorio. L’umorismo slapstick e lo humor inglese della penna di Pope creano un film d’intrattenimento, evidentemente pensato per essere accessibile a tutti, molto piacevole, ma, in fin dei conti, innocuo. Non che ci si dovesse aspettare qualcosa di più da un film incentrato sullo spensierato duo comico, sia chiaro. Guardando Stanlio e Ollio si assiste esattamente a ciò che era lecito aspettarsi da un’operazione simile: un film pulito, accessibile, da guardare con tutta la famiglia per far due risate e, magari, provare un po’ di nostalgia.
Stanlio e Ollio va perciò preso per quel che è, alla leggera, senza richiedere troppo ad un film che non aveva grandi pretese se non quella di cogliere lo spirito dei suoi due protagonisti e trasporlo sul grande schermo, tra l’altro, riuscendoci. E se il film si segue con tanto interesse fino alla fine, anche in assenza di eclatanti guizzi di sceneggiatura o grandi svolte narrative è soprattutto grazie a Steve Coogan e John C. Reilly, entrambi perfetti nei panni di Laurel e Hardy. Sono loro a trainare il film con il loro innegabile charme e la loro giocosa complicità.
Che Stanlio e Ollio sia un film convenzionale e non particolarmente incisivo è indubbio, ma alla fine, va bene anche così. Baird ha diretto un film che, come quelli di Laurel e Hardy, farà ridere gli spettatori e li intratterrà, e già questo, per questo particolare film, è un ottimo risultato.
VOTO: 6,5/10