Di Daniele Ambrosini
Un’ironia all’acqua di rose che gioca costantemente sulla presunta oscurità di questi personaggi traina un film che procede principalmente per gag (alcune più riuscite di altre) e che a conti fatti sembra un po’ discontinuo. Ad ogni personaggio della famiglia corrisponde infatti una sottotrama che procede abbastanza scollegata da quella degli altri parenti, salvo poi convergere nel movimentato finale, divertente ma molto fine a sé stesso e chiaramente votato alla veicolazione del messaggio sociale alla base dell’intera operazione. Pure qui si parla di diversità, di integrazione e di conformismo, lo si fa in modo esplicito, ma in fondo va bene così, ciò che funziona meno è il percorso che si fa per arrivare a parlarne, l’intreccio del film stesso, che risulta, per l’appunto, un po’ slegato.
Buona parte dell’ironia nel film scaturisce dal fatto che gli Addams siano presentati come l’antitesi di una famiglia perfetta, come un gruppo di persone che ha deciso di vivere tutta la sua vita nel “giorno dei contrari”, e se all’inizio battute del tipo “che terribile giornata!” o “questa casa è orrenda, è perfetta per noi!” funzionano e strappano un sorriso, alla lunga finiscono per annoiare e suonare ripetitive, lo stesso vale anche per le gag puramente visive (la casa impolverata di proposito, Mercoledì vestita di rosa ecc…). I bambini possono digerire di più, un’ironia più dark e più complessa, come hanno dimostrato in maniera efficace prodotti come Una serie di sfortunati eventi, che sui contrasti e il lato dark dei personaggi e delle situazioni gioca molto bene, ma anche certi film di Tim Burton che sono amati anche dal pubblico più giovane per il loro tocco gotico leggero.
Destinato principalmente a bambini e a nostalgici delle vecchie serie animate, La famiglia Addams è un film d’animazione innocuo, non completamente da buttare, ma privo di mordente. Nota positiva per i piccoli easter egg che faranno la gioia dei fan di vecchia data e per il doppiaggio italiano che può contare sulle voci di Virginia Raffaele, Pino Insegno e Loredana Bertè.