Rome Diary: I migliori film dalla Festa del Cinema di Roma 2016

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Di Daniele Ambrosini

Giunti al termine dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma provo a fare il punto della situazione su alcuni dei titoli più interessanti visti in questi giorni. Purtroppo non sono riuscito a recuperare due dei titoli più apprezzati della festa: Manchester by the sea e Moonlight per i quali vi rimando alle recensioni di Simone (potete recuperarle qui e qui). Ma nonostante alcune mancanze sono molti i titoli comunque degni di nota e tra questi si nasconde anche qualche autentico gioiellino.

La Tartaruga Rossa 
di Michael Dudok de Wit

La tartaruga rossa è pura poesia per immagini, non c’è altro modo
per definire il bellissimo film prodotto (ma non ideato) dallo studio
Ghibli. La delicata ed toccante storia di un nafrago che si ritrova su
un’isola deserta dopo una tempesta prende una piega inaspettata dopo
l’incontro con una maestosa tartaruga rossa che vuole impedirgli di
lasciare l’isola e da qui parte il racconto di una vita intera che ci
parla di amore, umanità e destino toccando vette narrative altissime.
Senza neanche una linea di dialogo questo film è a suo modo molto
eloquente.
L’animazione tradizionale ha un calore che la CGI non
riuscirà mai ad eguagliare e la tartaruga rossa ha un candore unico ed è
visimante affascinante nella sua semplicità ben elaborata. Si tratta di uno dei migliori titoli animati dell’anno, se non il migliore.

VOTO: 4.5/5


Noces
di Stephan Streker

Zahira proviene da una famiglia pakistana conservatrice, lei invece,
essendo cresciuta in Belgio, è più liberale. Perciò quando i genitori
vogliono che sposi un pakistano che neanche conosce, lei si oppone con
tutte le sue forze. Questo è un film in cui due generazioni, due culture
e due volontà opposte si scontrano risultano
inconciliabili fino alla fine. È più che mai attuale questo Noces che mette in scena un
argomento così delicato però circoscrivendolo alla sola famiglia della
protagonista che è combattuta se seguire la sua strada o restare con i
suoi cari che, non rispettando la sua decisione, non potrebbe più
rivedere se facesse di testa sua. C’è una forza narrativa incredibile in
Noces che lo rende semplicemente bellissimo. La costruzione dei
personaggi è particolarissima e mai lasciata al caso e per comprenderli del tutto bisogna aspettare l’intenso, magistrale finale. 

VOTO:4.5/5

Hunt For The Wilderpeople 
di Taika Waititi

Il piccolo Ricky è un ragazzo di città problematico ma dolce,
spostato da una famiglia affidataria all’altra e preso di mira
dall’agente della tutela dei minori che si occupa di lui. Ricky sembra
finalmente aver trovato il suo posto nel mondo, nella campagna insieme
all’amorevole zia Bella e al burbero e taciturno Hec fino a quando la
nuova zia muore lasciandolo nuovamente nelle mani dei servizi sociali.
Così decide di scappare nel bush neozelandese prima di essere tolto
alla custodia dello zio ed una serie di peripezie trasformano questa
fugga in un’avventura accanto allo zio Hec ed al suo cane Tupac.
All’inizio sembra che Waititi fatichi a farci capire cosa stiamo
guardando ma in pochi minuti diventa chiaro che il regista si muove su diversi registri stilistici, padroneggiandoli perfettamente.
Waititi è un autore completo e dopo il bellissimo
What We Do In The Shadows
, questo altrettanto bello e curato film di formazione è solo una
conferma. Un vero colpo di fulmine, un film leggero ed emozionante come
ce ne sono pochi in giro.

VOTO:4.5/5


Swiss Army Man 
di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Un naufrago sta per uccidersi ma nota un cadavere sulla spiaggia che
per via dei suoi peti diventa la sua via di fuga dall’isola ed il suo
compagno di viaggio. Questo anomalo film, assurdo già nelle sue premesse, ci mette un po’ a partire ma
poi si dimostra qualcosa di assolutamente unico e senza termini di
paragone. È divertente e riflessivo, e non è mai banale nel portare
avanti un bellissimo discorso non sulla
solitudine, come sarebbe più facile fare, ma sui rapporti umani, sulla
loro unicità, complessità ed importanza. Narrativamente il film dei
Daniels è qualcosa di atipico, pieno di trovate divertenti e di momenti
riflessivi. È straripante, dirompente ma anche molto dolce ed evocativo,
è un film riuscito e completamente libero da schemi e strutture. Paul
Dano e Daniel Radcliffe sono completamente immersi nei loro assurdi
ruoli, la regia è ottima e sofisticata e la colonna sonora è una delle
migliori dell’anno. Una vera sorpresa, vero cinema indipendente.

VOTO: 4/5

Train To Busan 
di Yeon Sang-ho

Delirante, coinvolgente ed affascinante. Non c’è altro modo di
descrivere questo bellissimo zombie movie coreano ambientato su un treno
in viaggio nel giorno in cui una misteriosa malattia inizia a
diffondersi per tutto il paese. I protagonisti sono un padre e sua
figlia ed una serie di personaggi che per forza di cose si trovano a
gravitare intorno a loro durante la
corsa per la sopravvivenza. Anche la storia dei protagonisti e dei
personaggi secondari non è trattata in modo scontato, soprattutto grazie
ad un discorso sul senso di umanità niente affatto banale e, anzi,
molto incisivo. Viene facile il paragone con il film di un altro regista
coreano, l’altrettanto bello Snowpiercer di Bong Joon-ho, anch’esso
ambientato su un treno in cui però le logiche sono opposte. Train To
Busan conquisterà gli amanti dei film d’azione e dei survival movie ma
non solo perchè la sua esuberanza narrativa è estremamente coinvolgente.

VOTO: 4/5

Hell or High Water 
di David Mackenzie

Lo sceriffo di una cittadina del Texas occidentale è prossimo alla
pensione quando due fratelli iniziano a rapinare banche e lui decide di
mettersi sulle loro tracce. 
Taylor
Scheridan costruisce un altro script quasi perfetto, dopo aver scritto
il bellissimo Sicario, questa volta però non vengono scomodati i pezzi
grossi come nel film di Villeneuve, perché questa è una storia che parte
dal basso, da cittadini comuni, e lì resta, lo stesso sceriffo afferma
che all’FBI non interessa un caso simile. Questo significa poter creare
qualcosa di completamente nuovo, lavorare sempre sul giallo poliziesco
ma inserendo diversi elementi, basti pensare alla comicità di
fondo che non si perde mai del tutto. Nonostante per buona parte del
film non ci sia l’azione che caratterizza la prima e l’ultima parte, non ci si annoia mai e questo rende davvero interessante questo moderno wester di Mackenzie, capace di lavorare molto bene sui suoi personaggi. Non
c’è un momento di stanca, si potrebbe ascoltare lo sceriffo di Jeff
Bridges
fare battute sugli indiani per ore.  Un trio di attori perfettamente in parte, con Bridges in odore di
nomination all’Oscar, e la colonna sonora di Nick Cave completano il
quadro di un film ben diretto ed ottimamente scritto.

VOTO: 4/5

7:19 a.m. 
di Jorge Michel Grau

È una giornata come le altre in un’università di città del Messico ma il rettore ha voluto che tutti entrassero in anticipo per fare
un annuncio importante. L’ambiente spazioso e luminoso dell’università viene
introdotto, insieme ai suoi personaggi, tramite una serie di piani
sequenza di ampio respiro prima di andare a stringere su una tv mentre
intorno tutto crolla a terra. È un terremoto ed in pochi sono
sopravvissuti. Quell’ultima inquadratura ha la funzione di creare uno
stacco con l’introduzione perché nel resto del film ci saranno solo
inquadrature strette e bisognerà aspettare molto prima di rivedere la
luce.
Film audace e riuscito questo 7:19 am che fa tesoro di molte
delle trovate registiche già adottate negli ultimi anni in pellicole
simili e le ripropone ma lo fa con saggezza, creando un un mix visivo
perfetto e unico che riesce a tenere lo spettatore con il fiato sospeso
sotto le macerie per un’ora e mezza. In questo film c’è tensione ed
anche qualche amarissima risata, sono molti gli elementi messi in gioco
con successo ed il tutto è tenuto insieme dalle ottime prove di Demiàn
Bichir
e Héctor Bonilla.

VOTO: 4/5


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