Sing – La recensione

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Di Simone Fabriziani

Dopo il successo internazionale della serie animata di Cattivissimo Me con tanto di seguiti e spin-off dedicato ai curiosi Minions, torna nelle sale di tutto il mondo la francese Illumination Entertainment di Pierre Coffin con un progetto tutto originale e già di enorme successo in USA: Sing è il cartoon per tutta la famiglia delle festività natalizie 2016.

A far divertire grandi e piccini questa volta sono gli animali canterini capitanati dal goffo impresario Buster Moon, un koala alle prese con una carriera in declino e un teatro dai vecchi fasti da mandare avanti; la notizia di una competizione di canto con premio finale in denaro organizzata proprio dal Moon Theatre manderà in visibilio i talenti canori più disparati dell’intera città.
Ma il vero talento non tarderà a farsi riconoscere, cambiando le sorti di Buster e del suo teatro per sempre.

Affidato alla scrittura e alla co-regia di Garth Jennings e Christophe Lourdelet (il primo lo abbiamo già apprezzato dietro la macchina da presa con “Guida Galattica per Autostoppisti”), “Sing” celebra la gioia del canto e del talento musicale rubando ironicamente il microfono alla moda odierna dei talent show e mixando il divertimento della riproposizione di hit musicali con un bel messaggio indirizzato a tutti coloro che hanno un sogno e la forza di combattere per esso.
Che a lottare per il sogno della vita siano una maialina madre di una numerosissima famiglia o un gorilla cresciuto sulle orme di un padre criminale poco importa: il successo e la rivalsa sociale è alla portata veramente di tutti, anche nelle situazioni più inaspettate.
Grazie ad un cast vocale in lingua originale di tutto rispetto (spiccano le qualità canore di Reese Witherspoon e Scarlett Johansson, equilibrate dal sobrio ed ironico Buster Moon di Matthew McConaughey), il canto diventa cosi lo strumento principe in grado di regalare una seconda chance ad un mondo di reietti bigger than life che la cinica società odierna non riesce però a contenere, urlando la propria voglia di riscatto su un palcoscenico gremito.

VOTO: 6,5/10