Smallfoot – Il mio amico delle nevi – La recensione del film d’animazione Warner

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Di Giuseppe Fadda

Dopo The Lego Movie, Cicogne in azione, The Lego Batman Movie e The Lego Ninjago Movie, la Warner Animation Group ha realizzato il suo quarto film, Smallfoot – il mio amico delle nevi, scritto e diretto da Karey Kirkpatrick. Accolto tiepidamente dalla critica statunitense, il film ha effettivamente alcuni difetti e non raggiunge le vette dei migliori film della Pixar nè di The Lego Movie (che al momento resta il miglior cartoon tra quelli realizzati dalla Warner Animation Group). Nonostante questo, resta un prodotto godibile che offre anche alcuni interessanti spunti di riflessione.
Al centro della storia c’è Migo, uno yeti che vive in un villaggio sulle cime dell’Himalaya assieme ai suoi simili. A capo del villaggio c’è il Guardapietre, chiamato così perché porta sulla sua veste le pietre contenenti le leggi e i principi incontestabili su cui la loro civiltà è fondata. Un giorno Migo intravede un essere umano, chiamato dagli yeti “smallfoot”, ma non avendo prove per sostenere la sua tesi, e dal momento che le pietre negano categoricamente l’esistenza degli uomini, viene bandito dal villaggio su ordine del Guardapietre. Con il supporto di Meechee, la figlia del Guardapietre, e di altri yeti banditi, Migo decide di mettersi alla ricerca di uno smallfoot da poter portare come prova. E’ così che il suo viaggio si incrocia con quello di Percy, un documentarista fallito. Per Migo, Percy è la prova dell’esistenza degli umani; per Percy, Migo è la possibilità di recuperare l’audience che ha perso. Ma tra i due nasce un profondo sentimento di amicizia che sconvolgerà sia il mondo degli yeti che quello degli umani. 
La premessa del film, che vede appunto l’incontro tra un essere umano e una creatura di fantasia, non brilla per originalità e non lo fa neanche l’esecuzione stessa, che si sviluppa seguendo una narrazione abbastanza prevedibile. Malgrado ciò, Smallfoot – il mio amico delle nevi riesce ad essere un’esperienza molto piacevole: per quanto già vista, la storia in sé è abbastanza dinamica da scorrere con fluidità e le gag, di una comicità prevalentemente fisica alla Looney Tunes, divertono. E soprattutto funzionano i personaggi (doppiati in originale da Channing Tatum, Zendaya, James CordenCommon e Danny DeVito, tra gli altri), che riescono a catturare l’interesse dello spettatore anche nei momenti in cui il film scade nella banalità (l’unica eccezione è il personaggio di Fleem, che ricalca lo stereotipo della spalla comica nella sua variante più fastidiosa). Le canzoni sono gradevoli e orecchiabili, in particolar modo “Wonderful Life”, cantata da Zendaya, un inno alla curiosità e alla sete di conoscenza. Gli aspetti più notevoli di Smallfoot – il mio amico delle nevi restano però la meravigliosa animazione e il suggestivo panorama immaginario in cui gran parte del film è ambientato.

Smallfoot – il mio amico delle nevi è un film che promuove l’accettazione del diverso, un tema sempre gradito ma che è quasi sempre proposto nei recenti film d’animazione. Ad essere ben più originale e interessante è il secondo tema, ovvero quello della conoscenza. Gli yeti del film sono assoggettati da un sistema che non tollera voci dissidenti e che è incapace di discostarsi dalle leggi originali anche se esse sono ignoranti e obsolete: nella micro-rivoluzione attuata dai suoi protagonisti, il film invita lo spettatore ad affinare il suo senso critico, ad andare a fondo nelle questioni e ad essere sempre in cerca di risposte profonde e veritiere. E in quest’epoca contemporanea, in cui sembra esserci una tendenza alla disinformazione e alla credulità, questo messaggio, per quanto esposto in maniera occasionalmente martellante, assume una risonanza più potente che mai.
Smallfoot – il mio amico delle nevi uscirà nelle sale il 4 ottobre 2018
Voto: 7/10


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