Di Simone Fabriziani
Star Wars: Gli ultimi Jedi è un film sovversivo. Checché ne dicono e ne dirà la comunità più purista dell’universo cinematografico creato negli anni ’70 da George Lucas, l’ottavo episodio scritto e diretto da Rian Johnson è il capitolo anarchico di cui la pluridecennale saga fantascientifica aveva finalmente bisogno.
Riprendendo le fila narrativa de Il risveglio della forza, La giovane e coraggiosa Rey prosegue il suo epico viaggio andando incontro a scoperte legate agli antichi misteri della Forza e scioccanti rivelazioni sul passato. Scoprire troppo le carte di una trama fitta di colpi di scena e grandi cambiamenti negli equilibri della leggendaria forza sarebbe il più grande disservizio che si possa fare a chi si appresterà a leggere la nostra opinione, eppure molte sono le cose che vanno dette del notevole capitolo scritto e diretto da Johnson. Gli ultimi Jedi farà difetti incazzare i fan più sfegatati ed intransigenti della saga stellare. E per fortuna.
Narrativamente più sfilacciato e meno compatto rispetto al lodevole ma pur sempre troppo compos(i)to settimo capitolo di J.J. Abrams, il film di Rian Johnson è in compensazione un calderone di suggestioni, trovate visive, narrative, comiche e tragiche che straborda dallo schermo (e dalla mastodontica durata di 150 minuti) e che testimonia l’estremo equilibrio tra la voglia di giocosità narrativa e il grande racconto epico, ancora diviso nell’eterna lotta tra Bene e Male, assoluti che in Gli ultimi Jedi sembrano invece assumere i toni sempre più dell’indefinitezza.
A conquistare difatti il cuore e il nostro plauso è la coraggiosità con cui il regista affronta e sovverte le aspettative spasmodiche dei fan più sfegatati, soppesando e catapultando le teorie più popolari sul destino e sulle origini dei nuovi e vecchi protagonisti verso orizzonti narrativi spiazzanti ed inesplorati fino ad ora nella saga. In definitiva Gli ultimi Jedi, nonostante il peso eccessivamente sovraccarico di situazioni, rivelazioni ed eventi che si dipanano nella sua intera durata, è l’attestato cinematografico più palese della volontà di rimpiazzare il vecchio con il nuovo, una visione tradizionale dell’universo di Star Wars ad una nuova di zecca, inaspettata, sorprendente, forse discutibilmente coraggiosa, ma dannatamente ancorata con passione e rispetto alla mitologia degli eroi di una galassia lontana lontana, tanto tempo fa.
VOTO: 8/10