TOMORROWLAND- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Quesito: se aveste la possibilità di prevedere con matematica precisione la fine del mondo, cosa fareste? Vi giochereste tutto per scampare la tragedia finale o lascereste ogni speranza per un pianeta ormai sull’orlo del crollo?
Questo è il tremendo quesito che ci pone con divertente gusto per l’avventura retro e con un contagioso senso di ottimismo per il futuro del nostro pianeta Terra la nuova pellicola diretta dal Premio Oscar Brad Bird (“Gli Incredibili”, “Ratatouille”, ma anche l’action “Mission Impossible- Protocollo Fantasma”).
Due vite si intrecciano a cavallo tra passato e il presente, due destini si legano grazie ad una misteriosa spilletta che sembra provenire dal passato e che con il suo solo tocco è capace di trasportare il predestinato in una dimensione altra, parallela alla nostra, ma dove tutto è tecnologicamente possibile: Benvenuti a Tomorrowland!
Ma perché allora soltanto la giovane Casey Newton (una debuttante ma già carismatica Britt Robertson) riesce a vedere ciò che si cela oltre il semplice tocco della magica spilla? Chi l’ha scelta per intraprendere questo futuristico viaggio oltre i confini della conoscenza umana? Cosa si nasconde dietro la sbalorditiva Tomorrowland?
Casey incontrerà sulla sua strada alla ricerca della verità il misterioso e schivo Frank Walker (l’inossidabile Premio Oscar George Clooney), che nasconde forse più di un segreto sepolto nel passato circa il mistero dietro la dimensione parallela celata dalla spilletta….

Nostalgico omaggio alla fantascienza tipicamente retro e più in particolare allo spirito ottimista della società statunitense degli Anni 50-60, vero e proprio motore propulsore di tanto cinema e letteratura futuristica ancora indelebile nell’immaginario collettivo, Tomorrowland vede il debutto nel live action, almeno per la Disney, del veterano della Pixar e due volte Premio Oscar Brad Bird, da sempre grande fan di tanta parte di iconografia e motivi narrativi legati ad una nostalgica visione di un futuro non troppo lontano da noi ma sempre ottimista, sempre proiettato alla salvaguardia e al miglioramento del benessere della vita dell’uomo attraverso l’evoluzione benigna di mamma tecnologia.
Ed ecco quindi che il film è costruito sapientemente su più piani narrativi, quasi in un gioco di scatole cinesi che spalanca porte sempre più ampie a sempre più stimolanti rivelazioni e prospettive narrative, a partire dal racconto iniziale, uno rivolto al passato l’altro al nostro presente, dei due destini indissolubilmente legati da una innata predisposizione all’ingegno, all’invenzione, al miglioramento della vita…e da una (magica?) spilletta recante l’effige dell’Esposizione Universale del 1964.

Se forse la pellicola perde più di un colpo soprattutto a livello narrativo a causa di numerose faziosità ed ingenuità di sceneggiatura (co-firmata anche con il sodale di J.J. Abrahms Damon Lindelof) e ad una seconda parte francamente molto meno riuscita rispetto all’irresistibile primo atto, non manca tuttavia la giocosità quasi fanciullesca ed il senso di continua scoperta e avventura tipico di tanto cinema Anni 80 (che guarda caso ha preso a piene mani da iconografie e motivi di molta fantascienza ad oggi definita retro) che tanto a cuore sembra essere per il veterano Bird.
Forse semplicemente una pellicola godibile e nulla più, verrà tuttavia ricordata per il bel messaggio finale rivolto alle piccole, grandi menti di questo nostro mondo che tutti i giorni lottano per fare di questo pianeta un luogo migliore, quasi un nostalgico manifesto programmatico di quella lungimiranza che proprio nella prima metà del Novecento aveva spinto un giovane artista statunitense di nome Walt Disney a non mollare, a tenere duro e non abbandonare i propri sogni custoditi in un cassetto zeppo di disegni di topolini animati, vere e proprie spillette per una dimensione magica.

VOTO: 3/5


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