Un altro giro – La recensione del film con Mads Mikkelsen vincitore di 4 EFA

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Di Simone Fabriziani

C’è una teoria secondo cui dovremmo nascere con una quota di alcol nel sangue. Tale modesta percentuale aprirebbe la nostra mente al mondo che ci circonda, diminuendo i problemi e aumentando la creatività. Incoraggiati da tale presupposto, Martin e tre suoi amici, tutti annoiati insegnanti di scuola superiore, intraprendono un esperimento teso a mantenere un livello costante di alcol nel sangue durante l’arco della giornata lavorativa. I risultati in un primo momento sono positivi e il piccolo progetto si trasforma in breve in vero studio accademico. Tuttavia, non passerà molto tempo prima che porti a conseguenze inaspettate. Tra i titoli selezionati a Cannes 2020 e poi in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, Un altro giro è il nuovo film scritto e diretto dal danese Thomas Vinterberg.

Dopo lo straordinario successo di critica de Il sospetto (2013) che aveva regalato la Palma come miglior attore a Mads Mikkelsen, l’interprete scandinavo torna per la seconda volta davanti la macchina da presa per Vinterberg assieme ad un nutrito cast danese che comprende Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe, Maria Bonnevie e Susse Wold e regala ai suoi spettatori la miglior performance della sua carriera, fino ad oggi.

Un altro giro (in danese Druk, ovvero “ubriaco”) è molto più che una commedia agrodolce sugli alti e bassi della dipendenza da alcol, bensì delle sue conseguenze sociologiche; assieme al fidato Tobias Lindholm, che ha firmato la sceneggiatura del film assieme a Vinterberg, il regista scandinavo sembra più preoccupato a raccontare l’alcolismo come croce e delizia della società contemporanea che non le sue conseguenze, sia positive che negative.

Privo di uno sguardo giudicante o apparentemente schierato, Un altro giro racconta e poi analizza con toni che vanno sapientemente dalla commedia al dramma esistenziale, una crisi di mezza età benedetta da fiumi di alcol; dapprima esperimento di gruppo di quattro insegnanti ed amici di vecchia dati annoiati dalla loro vita quotidiana poi vera e propria dipendenza, l’alcol diventa facile scorciatoia per sentirsi ancora una volta (forse l’ultima volta nella loro vita) giovani e spensierati, privi di legami e responsabilità, pronti ad affrontare qualsiasi sfida la vita gli ponga davanti. Un esperimento che porterà però i nostri protagonisti ad affrontare dure conseguenze socio-relazionali a casa e a lavoro.
Un altro giro è ancora una volta la conferma del talento di Thomas Vinterberg nel saper raccontare la disgregazione delle unità famigliari e comunitarie della Danimarca contemporanea con occhio asciutto ma mai schierato, con l’obiettività di chi ha saputo regalare ancora una volta al suo fedele pubblico uno spaccato dolceamaro delle piccole, grandi dipendenze che la vita ci offre tutti i giorni e che ci rende esseri fragili unici ed irripetibili. Anche raggiunta la mezza età.
Rappresentante della Danimarca agli Oscar 2021, Un altro giro ha vinto 4 European Film Awards (film, regia, attore, sceneggiatura).

VOTO: 7,5/10


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