Di Simone Fabriziani
Era il 1972 quando il rivoluzionario film dell’orrore L’esorcista debuttò nelle sale di tutto il mondo e cambiò per sempre non soltanto il modo di fare cinema del terrore sul grande schermo ma gettò una luce importante e duratura su come l’opinione pubblica occidentale-cristiana vedeva il misterioso lavoro dell’esorcista nella Chiesa cattolica romana del tempo. 45 anni dopo il regista premio Oscar William Friedkin affronta nuovamente il demone per eccellenza nel documentario shock The Devil and Father Amorth.
Nato dalla storia d’amore condivisa tra il regista del cult del ’72 e il più eminente dei padri esorcisti italiani Gabriele Amorth, il documentario racconta in poco più di un’ora l’incontro tra i due avvenuto inizialmente in gran segreto a Roma il 1 Maggio del 2016, pochi mesi prima della dipartita del sacerdote italiano; l’obiettivo: registrare un esorcismo integrale senza troupe e con una sola videocamera professionale nelle mani del regista.
In soli 68 minuti è lo stesso Friedkin ad accompagnare lo spettatore nella foresta intricata che separa il mondo della scienza e quello della fede, ponendo all’attenta audience domande pregnanti e fondamentali: a cosa può servire un esorcismo? Qual’è la sottile linea che divide il potere della fede e quello delle scienze? Può la possessione demoniaca essere perfettamente spiegata (e curata) dalle ultime scoperte neurologiche? A provare a fornire una risposta una lunga e stimolante serie di interviste a uomini di fede e di scienza sullo scottante argomento, oggetto di una analisi clinica del “caso Cristina”, unico soggetto ad aver attraversato una sessione di ben nove esorcismi da parte di Padre Amorh senza risultati evidenti, e dalle attuali conseguenze inquietanti ed imprevedibili, anche per le più recenti esperienze dello stesso Friedkin raccontate a compimento del documentario.
A cavallo tra lume della ragione e oscurantismo religioso, The Devil and Father Amorth chiude un cerchio ideale iniziato del 1972 con “L’esorcista” e da sempre rimasto nel cuore del regista statunitense.
VOTO: 7,5/10