Di Redazione
La storia si svolge negli anni ‘60, a Roma, ed è un mix tra un’operazione evocativa dell’epoca e un dramma esistenziale e familiare autobiografico del regista stesso. Non sappiamo quanto di realmente accaduto ci sia nel film e neanche ci interessa saperlo con certezza. Quel che è certo ed emerge pienamente è la narrazione umana che sostiene il progetto: Adri è una ragazzina che, totalmente immersa se non proprio sovrastata dal contesto alto borghese romano nel quale vive, sento di essere nata sbagliata. Adriana infatti si sente e sceglie di essere Andrea, un ragazzino, e lo fa nonostante l’epoca e le persone più vicine a lei non riescano a capire e ad accettare questo suo sentirsi altro rispetto al sesso biologico di appartenenza. Attuale e delicata è la questione sull’identità di genere ma Crialese, nel bene e nel male, cerca di renderla il maggiormente accessibile possibile finendo però non il risultare mai particolarmente coraggioso, quasi avesse voluto lasciare il pubblico in una comfort zone del cinema italiano dalla quale invece sarebbe meglio uscire.
Parallelamente porta avanti il rapporto con la madre, intrappolata in un matrimonio e un contesto che evidentemente non la rende felice nonostante l’amore per i figli; solo occasionalmente però questa storyline si ben intreccia con la tematica principale.
VOTO: ★★★