Di Simone Fabriziani
Charlie è un professore d’inglese che soffre di grave obesità e tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente, che si è allontanata da lui, per cercare un’ultima possibilità di riscatto. Questo è l’incipit di The Whale, pièce teatrale di Samuel D. Hunter che ha dato vita in occasione della 79° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia al nuovo film diretto da Darren Aronofsky con Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau e Samantha Morton. In concorso per il Leone d’Oro 2022.
L’adattamento cinematografico del nuovo lungometraggio del regista statunitense è stato curato personalmente dallo stesso Hunter, qui ovviamente in veste di sceneggiatore; a dare gli ultimi ritocchi al passaggio dai palcoscenici teatrali al grande schermo ci hanno pensato la sapiente regia di Aronofsky ed un cast cinematografico semplicemente in stato di grazia. The Whale, ritorno dietro la macchina da presa per il cineasta americano dal suo ultimo e discusso Mother! nel 2017, è una trasposizione riuscitissima e particolarmente impattante a livello emotivo che soltanto la sensibilità di Darren Aronofsky poteva affrontare con tale impeto ed urgenza artistica.
Certo, qui il linguaggio registico dell’autore di Requiem for a Dream, Il cigno nero e The Wrestler si adatta necessariamente all’originario formato teatrale, ma senza voltare le spalle a momenti di grande cinema: Aronofsky qui si “abbandona” ad una messa in scena essenziale, all’interno di uno stesso spazio filmico (l’appartamento di Charlie) dove le emozioni dei suoi protagonisti vengono essenzialmente esaltate da primi piani da brividi ed un senso del dinamismo che si produce grazie ad un acuto adattamento dei dialoghi della piéce originale. Un film che apparentemente sembra quasi esulare dallo stile e dalle ossesioni di Aronofsky, salvo poi trasformarsi in un’edificante racconto di salvezza e redenzione.
Per questo motivo The Whale ci è sembrato chiudere idealmente un cerchio narrativo iniziato nel lontano 2008 con The Wrestler; il film con protagonista un redivivo Mickey Rourke aveva ottenuto quell’anno il Leone d’Oro a Venezia, riesumando così la carriera di un interprete Usa che negli anni, da sex symbol assoluto, aveva incontrato il suo momento più buio in attesa di una nuova rinascita cinematografica. Una rivalsa che aspettava da tempo anche Brendan Fraser, che accetta la sfida di Aronofsky e veste gli ingombranti anni dell’obeso Charlie caricandosi addosso non solo chili di trucco prostetico in scena ma anche un ingombrante fardello personale.
Una vera e propria redenzione che gli potrebbe regalare una prima, meritata candidatura agli Academy Awards del prossimo anno, coadiuvato da uno straordinario lavoro di gruppo da parte dei comprimari (su tutti, la giovane ma già bravissima Sadie Sink e Hong Chau) e da un Darren Aronofsky che, dopo i passi falsi di Noah e Mother!, sembra essere tornato all’osso della sua poetica più intima e genuina. Riuscendo a commuoverci oltre ogni aspettativa.
The Whale debutterà nelle sale Usa con A24 a partire dal 9 dicembre, in Italia prossimamente con I Wonder Pictures
VOTO: ★★★★