X-MEN: APOCALISSE- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Due anni dopo l’esaltante e complesso Giorni di un Futuro Passato che ha visto tornare ala redini del lungo progetto cinematografico X-Men il regista Bryan Singer, arriva il terzo capitolo della trilogia prequel dedicata ai giovani mutanti della squadra del Professor Xavier con un anuova, fumettosa avventura; dietro alla cabina di comando di nuovo l’inossidabile Singer.

Squadra vincente non si cambia? Delle sei pellicole dedicate ai mutanti Marvel soltanto due sono state dirette, in maniera altalenante, da registi differenti (nel 2006 la prima trilogia termina con “Conflitto Finale” diretto da Brett Ratner, nel 2011 “X-Men L’Inizio” apre le speranze per una nuova trilogia con al comando questa volta il bravo Matthew Vaughn); sta di fatto che nessuno dei due registi citati ha avuto lo stesso tatto e filologica reverenza  verso l’opera e i personaggi cartacei come Singer.
Forse è proprio grazie a lui che il successo cinematografico degli X-Men è perpetrato negli anni e in ben sei lungometraggi, sempre con un discreto successo di critica e pubblico; solo Singer è riuscito veramente a dipingere le lui e le ombre degli eroi più reietti e psico-sociologicamente complessi dell’universo cartaceo a fumetti.
Il terzo capitolo della prequel trilogy Apocalisse, non fa eccezione.

Merito anche di un cast di fuoriclasse affiatatissimo, divertito e dannatamente entertaining: non si può non sottolineare ancora una volta come le pennellate di chiaroscuri donate ai due cuori pulsanti della intera vicenda (l’eterna lotta tra tra il Professor Xavier e Magneto) risieda ancora una volta nelle abili mani di James McAvoy e Michael Fassbender, questa volta imbrigliati in una lotta interna tra vecchi e nuovi amici, tra mutanti nuovi e volti familiari, mentre sullo sfondo una terribile minaccia dall’antico Egitto scuote le fondamenta della società occidentale stessa e metterà a dura prova la lealtà dei mutanti (e delle istituzioni umane) dell’intero pianeta; un pianeta che rischia di essere estirpato da delle sua costruzioni umane alla radice dal minaccioso En Sabah Nur (un irriconoscibile Oscar Isaac, ormai lanciatissimo).
Menzioni d’onore alle belle e brave Jennifer Lawrence Sophie Turner (dopo l’exploit della serie televisiva “Il Trono di Spade” la sua Jean Grey/Fenice farà positivamente discutere), anche se il nostro cuore cult e insospettatamente nerd batte ancora una volta per Pietro Maximoff/Quicksilver, alias Evan Peters, protagonista (ancora una volta) di un salvataggio record contro ogni logica spazio-temporale che entrerà sicuramente negli annali delle sequenze più entusiasmanti e memorabili dell’intera saga dei mutanti; ancora fumettosa, ma  sempre saldamente alle redini di tanto cinecomic odierno, sia in quantità che in (tanta) qualità.

VOTO: 3/5