Le Recensioni di Awards Today: Behind the Candelabra di Steven Soderbergh

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Nella foto: Michael Douglas è Liberace nel Film TV di Soderbergh

Di Simone Fabriziani

Iniziamo con il dire che “Behind the Candelabra” è forse l’esempio recente più mirabile di quanto il mondo della TV americana sia anni luce più avanti della nostra, ma forse visto l’enorme successo in tutto il mondo ti tante serie tv statunitensi negli ultimi 5 anni tutto ciò è ormai risaputo…
Tutto comincia con l’autobiografia pubblicata da Scott Thorson (ex compagno del grande pianista Liberace) ed intitolata appunto “Behind the Candelabra. My Life with Liberace” in cui vengono raccontate le vicende private di Scott nel periodo in cui ha lavorato per il celeberrimo pianista (e non solo) dal 1977 al 1981, svelando cosi ai lettori di tutto il mondo la natura omosessuale del grande Liberace, lui che in tutta la sua carriera aveva sempre nascosto la sua tendenza al suo pubblico adorante. Continua

Nel 2011 Steven Soderbergh compra i diritti dell’autobiografia presentandolo a varie case di distribuzione cinematografiche sotto forma di sceneggiatura firmata dal bravo Richard La Gravenese; la risposta delle Major è stata ovviamente no dopo aver ritenuto lo script “troppo gay”; cosi Soderbergh decide di ridurre la sceneggiatura ad un denso Film TV di poco meno di 2 ore e vendere tutto il materiale alla prestigiosissima casa di produzione HBO, ed ecco nascere “Behind the Candelabra”, primo film televisivo a competere In Concorso all’ultimo Festival di Cannes (uscitone però a bocca asciutta) con protagonisti Matt Damon nel ruolo di Scott Thorson e Michael Douglas in quelli di Liberace, due interpreti sodali del cinema di Soderbergh (Douglas aveva già collaborato con il regista nel pluripremiato “Traffic”, mentre Damon in film come “Ocean’s Eleven” e “The Informant”).

Il punto di forza di questo pregevole film televisivo sono appunto i due protagonisti assoluti; se Douglas veste gli eccentrici panni di Liberace con sorprendente naturalezza, a rubare però la scena è lo Scott di Damon, punto di vista degli eventi narrati e dunque protagonista assoluto dall’inizio alla fine; dapprima ragazzo atletico ma fragile, poi amico ed amante del famoso pianista, poi ancora vittima della dipendenza da droghe, da chirurgie estetiche da film dell’orrore, da delusioni amorose e da un turbinio di case sgargianti, ville sontuose, costumi e parrucchini al limite del kitsch; il mondo un pò assurdo e grottesco di Liberace è dunque supportato da due performance sublimi, ma il merito di un cosi discreto prodotto televisivo va anche e soprattutto allo sceneggiatore Richard LaGravenese e al regista, che qui sembra continuare idealmente il suo prolifico percorso di film in film, sempre seguendo generi diseguali e schemi non prestabiliti, all’insegna sempre della sfida cinematografica/televisiva. Il pubblico americano ha apprezzato con ottimi ascolti, il film sembra destinato a trionfare ai prossimi Emmy Awards e Golden Globes andando ad unirsi a tantissime altre Serie e Miniserie TV di fattura eccellente (non starò qui ad elencarvi i noti titoli)…
A quando una rivoluzione qualitativa anche della nostra TV? Chi ha qui in Italia la volontà di seguire le coraggiose orme di Soderbergh? Noi aspettiamo, e speriamo.
VOTO: 3,5/5


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