Big Hero 6- La Recensione

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Di Simone Fabriziani

Dopo il fruttuoso acquisto della Disney del materiale Marvel Studios destinato alle sale cinematografiche e al vasto merchandising, era solo questione di tempo che la Walt Disney Company producesse un nuovo film d’animazione che mescolasse sapientemente la narrativa tipicamente tradizionale della Disney caratterizzata da moralismi, buoni sentimenti, divertimento e personaggi irresistibili ed elementi invece figli della lunga tradizione fumettistica Marvel.
Da questa improbabile collaborazione artistica nasce il frizzante Big Hero 6.
La storia racconta del giovane genio dell’hi-tech e dell’informatica Hiro Hamada, un vero e proprio piccolo nerd circondato da una famiglia e da un nutrito e divertente gruppo di amici appassionati a tutto ciò che di più tecnologico possa essere inventato. La rottura narrativa arriva quando il fratello di Hiro rimane tragicamente vittima di un misterioso incendio lasciando come eredità un operatore sanitario altamente tecnologico ed innovativo, in grado di poter curare e diagnosticare ogni tipo di malattia umana: Baymax. Inutile aggiungere che il rapporto, dapprima goffo e genuinamente divertente e poi  affettuoso tra il piccolo inventore e il bianco robot sanitario aiuterà Hiro a superare il grave lutto, ad affrontare il difficile periodo della crescita, soprattutto interiore, e a smascherare i responsabili della morte del fratello..
Vi ricorda qualcosa questa sinossi?
Non è assolutamente un caso che la struttura narrativa e la caratterizzazione dei singoli personaggi faccia eco alla migliore tradizione del “supereroe Marvel dalla famiglia sfasciata e in cerca di vendetta ma che nel frattempo troverà amici e nemici con cui arrivare ad una crescita interiore”; l’influenza della più grande casa di produzione fumettistica e cinematografica fondata dal guru Stan Lee (che nella pellicola animata si concede anche un immancabile cameo) è indubbia e voluta per questo nuovo piccolo gioiello Disney che racconta con commistioni fumettistiche evidenti il percorso di crescita interiore e l’elaborazione del lutto con piglio frizzante, toccante e divertente come la Disney ci ha abituato da sempre. 
Ma il cuore del film rimane l’irresistibile operatore sanitario Baymax, robot programmato per curare e diagnosticare l’essere umano ma che più di tutti riesce ad essere ponte ideale tra la briosità narrativa del film (sue sono le migliori gag della pellicola) e il sentimento grande che lega Hiro al ricordo del fratello defunto in un gioco di surrogati affettivi sorprendenti per un cartoon Disney che ha il pregio di unire mirabilmente un forte dinamismo narrativo di stampo supereroistico e il cuore della grande storia di crescita, sempre universale e sempre e rigorosamente per tutti, bambini ed adulti.
VOTO: 3/5

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