PICCOLI BRIVIDI- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Alzi la mano chi, poco meno che adolescente negli Anni 90, non ha mai avuto almeno una volta tra le mani uno di quei libriccini parte di quella lunghissima collana colorata per ragazzi dal nome di Piccoli Brividi.
L’autore statunitense di questi veri e propri best-sellers mondiali di quasi vent’anni fa è R.L. Stine che qui gongola gioiosamente come produttore esecutivo del primo lungometraggio ispirato ad alcune delle più celebri storie della collana orrorifica per ragazzi. 

La vicenda tutta nuova prende le mosse dal trasferimento nella piccola città di Madison nel Delaware di Zach (Dylan Minnette), un ragazzo timido ma determinato che fa la conoscenza della bella quanto misteriosa Hannah (Odeya Rush), la vicina di casa dal padre burbero e minaccioso (un sempre frizzante Jack Black). Cosa nasconde la famiglia di Hannah? Cosa sono le grida che Zach sente provenire una notte dalla casa dei vicini? Qual’è il segreto della severità del signor Shivers?

La risposta giace nella collana di libri scritti dal misterioso signor Stine, che sembrano prendere vita con conseguenze…disastrose!
Diretto da Rob Letterman (già ci ha deliziato  in passato di commedia per tutta la famiglia come nei casi dei film di successo “I Fantastici Viaggi di Gulliver” sempre con Black, e il delizioso cartoon digitale “Mostri vs Alieni”), il film si pone sulla scia di una tradizione ormai piuttosto radicata nella filmografia fantasy per ragazzi: vi ricorda nulla l’espediente narrativo del libro che prende vita e che tutto risucchia o fa uscire, generando catastrofi mirabolanti?
Si che vi ricorda qualcosa: è il tropos narrativo che ci portiamo avanti sin dal cult La Storia Infinita e che ha avuto un largo successo ( e tanti seguiti, cosi come pellicole figliastre) fino al più recente “Inkheart- Cuore d’Inchiostro”; il libro che fa paura, che inghiotte punisce, che sguinzaglia mostri dell’abisso sono dunque il carburante per un accumulo narrativo, quello seguito in questo film, dove alla fuga dalle creature mostruose si sposa la crescita dei protagonisti adolescenti, si risolvono le tensioni genitoriali, si forgiano nuove e durature amicizie.
Tutto già visto, tutto prevedibile, tutto sapientemente programmato per giocare sul sicuro con un pubblico di “giovani” adolescenti che si approcciano per la prima volta all’iconografia della collana di racconti di successo, anche se non mancano le (tante) citazioni e strizzate d’occhio a chi invece i libriccini li ha divorati circa venti anni fa, e che qui prova solo noia e forse tanta, tanta nostalgia.
VOTO: 2/5



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