BATMAN V SUPERMAN: DAWN OF JUSTICE- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Mettiamola cosi, senza troppi giri di parole: quanto è giustificato un sequel diretto de “L’Uomo d’Acciaio” (2013) che espande volutamente un universo cinematografico mai esplorato fin d’ora? E quale altissimo rischio costruire un seguito più ambizioso del secondo, dove le fila sono tirate da un epico scontro tra i due supereroi più iconici del fumettoso universo DC Comics?
Tra le tante insidie di un progetto dalle proporzioni tali, a noi ci è sembrato che il lavoro del regista Zack Snyder sia riuscito nel non trasformarlo in una becera pagliacciata dal cazzotto e dal pugno rotante facile. Con alcune riserve.

In fondo, è da apprezzare un comic book movie che prende due dei più amati supereroi della cultura occidentale e li mette contro in una rete di inganni e macchinazioni più grandi di loro; e alla fine poco importa se la strada pavimentata per arrivare al titanico scontro tra il Pipistrello di Gotham e il Figlio di Krypton è costellato da entrambi i lati di inconsistenze narrative, goffaggini visive, tanta (forse veramente troppa) CGI e poco approfondimento psicologico, Snyder alza il tiro rispetto al capitolo precedente e mette in scena una lotta di potere dai connotati neanche troppo velatamente politico-economici dove i super-umani sono le vittime sacrificali degli interessi di sfere più alte.

Veramente una missione suicida quella di dare un giudizio oggettivo su questa attesissima pellicola senza incappare negli inevitabili spoiler di sorta, e il film di sorprese ne riserva moltissime, ma ci sentiamo di dire in tutta franchezza che il film merita un particolare plauso per il coraggio di essere uno strabordante, imperfetto, a tratti tetrissimo, film-fiume su due tra i personaggi dell’universo DC tra i più amati di sempre; “Batman V Superman: Dawn of Justice” è più un appassionato omaggio alla fortuna culturale e alla carica filosofica dei due protagonisti che un’opera filmica perfettamente oliata, pur dalla potenza visiva a tratti accecante.
Un applauso anche ai due protagonisti: se Henry Cavill si conferma il miglior erede del Christopher Reeve del 1978, Ben Affleck dona alla tormentata figura di Batman/Bruce Wayne la giusta possenza fisica e ruvidezza necessaria; portentoso è invece il megalomane sociopatico Lex Luthor ritratto da un magnetico e divertito Jesse Eisenberg, forse una delle più gradite sorprese in quello che rimarrà, nel bene e nel male, uno dei cinecomics più discussi e divisori degli ultimi anni.
A cui noi abbiamo perdonato più di una goffaggine narrativa a discapito di un ritratto di un Uomo e di un Dio dalla rara potenza cinematografica.
VOTO: 3/5