BRIDGET JONES’S BABY- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Sono passati 12 anni dall’ultimo episodio delle disavventure sul grande schermo della zitella più famosa d’Inghilterra; ma non temete: Bridget Jones è tornata! E con lei un carico pieno di risate e tanto sano divertimento!

Dopo aver condiviso (e diviso) la propria vita sentimentale tra Mark Darcy e Daniel Cleaver, Bridget Jones si ritrova ultra-quarantenne, zitella, con qualche chilo di meno (e non mancheranno di farsi sentire le polemiche dirette ai vistosi ritocchi estetici e alla discussa dieta messi in atto dalla protagonista Renée Zellweger) ma un lavoro soddisfacente; la vita da single e la carriera di Bridget vengono però improvvisamente messe al palo da un dilemma ancestrale: chi è il padre del filgio che improvvisamente aspetta? Sarà l’americano Jack conosciuto in un week-end di campagna all’insegna del divertimento sfrenato, o l’immarcescibile Mark Darcy, divorziato ed cronicamente infelice ed eternamente innamorato di Bridget?

Il film diretto da  Sharon Maguire (c’era lei dietro la macchina da presa del primo capitolo di enorme successo del lontano 2001) si districa con ironia e frizzantezza nella sceneggiatura curata da Dan Mazer, Helen Fielding (autrice dei primi due best-seller che hanno ispirato i primi due capitoli cinematografici) e dal Premio Oscar Emma Thompson (qui anche in veste di interprete in un divertente ruolo di supporto. Dodici anni dopo il secondo film della serie britannica, cambiano i problemi sociali e il pubblico, ma non cambia piacevolmente la nostra protagonista: testarda, goffa, risoluta ma allo stesso tempo cronicamente “fuor dall’acqua”; una magnifica loser dei nostri tempi che ancora emoziona, diverte e fa sognare di sogni d’amore il pubblico femminile ante e post-Duemila.
Nonostante lo scheletro narrativo della pellicola si dipani prevedibilmente e senza guizzi sul filo sottile della “commedia degli equivoci” incentrata sul tema della paternità, Bridget Jones’s Baby si ancora nuovamente sulla sua carta vincente: nonostante il passaggio del tempo, la radiosa ed irresistibile Renée Zellweger veste ancora con mirabile familiarità il ruolo della zitella testarda ma dall’eterno cuore d’oro; e se il Mark Darcy di Colin Firth farà ancora sospirare i cuori dell più romantiche, la new entry americana Patrick Dempsey ben si amalgama nel gioco degli equivoci, ma non riesce a sostituire l’aplomb di Hugh Grant (lo rivedremo di nuovo?).
Piacevole eppure dimenticabile si, ma quante risate!

VOTO: 3/5




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