THE HORROR LIST: I 20 migliori film horror degli ultimi dieci anni

Di Gabriele La Spina

Che il pretesto sia una serata tra amici per la notte di Halloween, o l’appuntamento in sala nel periodo estivo, a cui il genere in questione viene spesso relegato poiché scarno di interessanti uscite, il cinema Horror è un filone sempre amato dai cinefili. Tra i generi più antichi del cinema, ha vissuto alti con i più grandi registi e bassi a causa di cattive idee delle major. Oggi vive un nuovo periodo d’oro rilanciato come genere d’autore.
Già da diversi anni il Sundance Film Festival è stato la piattaforma di lancio per i migliori film del genere, non a caso i tre titoli nel podio di questa classifica hanno avuto il loro debutto proprio nel famoso festival del cinema indie. Registi un po’ di tutto il mondo (spagnoli, francesi, svedesi, austriaci coreani e australiani) compongono questa classifica che riassume il meglio del genere horror approdato nelle sale negli ultimi dieci anni. Questi numerosi titoli sono stati scelti per la loro audacia e soprattutto per la voglia di sperimentare dei loro autori, vera linfa vitale del cinema in ogni suo genere.

20. You’re Next (2013)
dir. Adam Wingard
Dopo aver collaborato alla direzione del dimenticabile V/H/S, Wingard realizza la sua personale pellicola slasher, influenzata da capolavori come Arancia Meccanica di Stanley Kubrick e Funny Games di Michael Hanake. Crispian ha la cattiva idea di portare la nuova fidanzata Erin al ricevimento organizzato per festeggiare l’anniversario di nozze dei genitori durante una serata che fa riemergere conversazioni scomode e tensioni con i fratelli. All’improvviso, mentre l’atmosfera è divenuta ingestibile, una freccia manda in frantumi una finestra di casa e una banda di assassini – mascherati da animali e con una gran varietà di armi a disposizione – irrompe in casa, dando l’avvio a una brutale carneficina. You’re Next risulta un horror immediato e originale soprattutto in determinate scelte registiche, che lo hanno reso un piccolo caso degli ultimi anni.

19. Quella casa nel bosco (2012)
dir. Drew Goddard
Un gruppo di cinque giovani amici decide di concedersi qualche giorno di relax e divertimento partendo insieme alla volta di un vicino bosco, dove è situata la baita del cugino di uno dei ragazzi. Con il passare delle ore, però, qualcosa di orribile e mostruoso comincia a palesarsi sotto i loro occhi, costringendoli a una lunga lotta per la salvezza contro chi li ha condotti fin lì con l’intento nascosto di rompere gli equilibri dell’ambiente circostante e punirli. Il film di Goddard è sicuramente uno degli horror più ironici e allo stesso tempo efficaci degli ultimi anni. Con una vena fantasy, riesce a mescolare gli stereotipi del genere, realizzando un film grottesco e paradossale.

18. The Invitation (2015)
dir. Karyn Kusama
Nota soprattutto per pellicole commerciali non del tutto riuscite, e dal discutibile gusto, Kusama realizza un piccolo e discusso film indie, dall’ottima sceneggiatura che riesce a mettere in dubbio ogni aspettativa dello spettatore. Will ed Eden un tempo si amavano. Dopo aver perso tragicamente il loro figlio, Eden è scomparsa prima di ripresentarsi due anni dopo, di punto in bianco, con un nuovo marito. Totalmente diversa da prima, Eden è stranamente cambiata e ha intenzione di riallacciare i rapporti con Will e con tutti coloro che si era lasciata alle spalle. Nel corso di una cena in una casa che una volta era sua, Will in preda ai tormenti si convince che Eden e i suoi nuovi amici hanno in mente un misterioso e terrificante piano. Un film che punta sull’effetto sorpresa e si prende gioco dello spettatore, riuscendo nell’intento di inquietarlo e scioccarlo.

17. Bug (2006)
dir. William Friedkin
Il regista del cult, considerato da molti il miglior film horror mai realizzato, L’esorcista (1973), torna sul genere realizzando una pellicola estremamente psicologica, basata sull’ossessione e la paranoia in un paese angosciato dalla guerra. Agnes, a cui 10 anni prima è scomparso un figlio, vive alla giornata in uno squallido motel lungo una polverosa statale nel mezzo degli Stati Uniti. Cameriera in un locale gay, per divertirsi si concede ogni tanto serate a base di whisky e cocaina con un’amica. Ma un giorno incontra un introverso reduce della Guerra del Golfo e insieme si metteranno in viaggio per liberarsi delle loro miserie. A tratti claustrofobico, il film è sorretto dalla ottime performance di Ashley Judd e Michael Shannon.

16. Stoker (2013)

dir. Park Chan-wook

Divenuto famoso in tutto il mondo grazie alla magnifica trilogia della vendetta, che comprende i titoli: Mr. Vendetta (2002), Oldboy (2003) e Lady Vendetta (2005), il regista sud coreano Park Chan-wook fa il suo debutto in lingua inglese con una pellicola che ironicamente si prende gioco della cultura americana e del genere pulp. Dopo la morte del padre Richard, il rapporto tra l’adolescente India e la madre Evie, donna emotivamente instabile e dalla fragile personalità, diventa ancora più chiuso in una dolorosa incomunicabilità, fino a quando le due ricevono, inaspettatamente, la visita dell’enigmatico zio Charlie, che si trasferisce senza alcun preavviso nella loro abitazione. Nonostante i forti indizi che la inducono a sospettare che le reali motivazioni che spingono lo zio a rimanere lì siano ben altre, India comincia a sentirsi pericolosamente attratta dall’uomo e dalle sue maniere. Con una regia di rara eleganza, accompagnata dalla ricerca maniacale di Chan-wook dell’estetica, Stoker è un horror gotico che vive grazie alle straordinarie performance del cast: Matthew Goode, Mia Wasikowska e una magnifica Nicole Kidman. 

15. Unfriended (2014)
dir. Levan Gabriadze 

Se la sperimentazione risulta una parola chiave nel cinema horror, Unfriended entra in piena regola nella categoria dei progetti rischiosi e apparentemente folli. Dal titolo originale Cybernatural il film è interamente ambientato all’interno di un sistema Mac, dove Gabriadze mostra le attività della giovane protagonista. Durante una video chat notturna, sei amici del liceo ricevono un messaggio di Skype da una compagna di classe che si è uccisa esattamente un anno prima. Inizialmente pensano che si tratti di uno scherzo, ma poi si rendono conto che hanno a che fare con qualcosa che non fa parte di questo mondo, qualcosa che li vuole morti. Il risultato è un film realistico che nasconde un’aspra critica nei confronti delle nuove generazioni americane e non solo. 
14. Le streghe di Salem (2012)
dir. Rob Zombie
Dopo aver debuttato nel mondo del cinema come regista nel 2003, con il film La casa dei 1000 corpi, con cui ha conquistato gran parte del suo pubblico, il cantante Rob Zombie torna al meglio della sua forma dopo i meno convincenti remake di Halloween, realizzando un film sacrilego quanto ironico, carico di simbolismo e retorica. La bionda Heidi lavora come deejay in una stazione radio locale, insieme agli amici Whitey e Munster Herman. Un giorno, Heidi riceve un misterioso pacco dono al cui interno vi è un disco anonimo, recante come unica indicazione il nome del gruppo che sembra averlo inciso, le Streghe di Salem. Al primo ascolto, il disco suona al contrario e Heidi ha un flashback che le fa rivivere un trauma del passato mentre, a sorpresa, il secondo ascolto si trasforma in un passaggio radiofonico dall’incredibile successo. Qualche giorno dopo, Heidi riceve un’altra scatola contenente questa volta tutto il materiale utile per partecipare a un concerto dal vivo del gruppo a Salem. Quello che dovrebbe essere un evento musicale senza precedenti, però, si trasforma presto in qualcosa di terribile legato a un’antica maledizione. Le streghe di Salem è una pellicola, e sembra paradossale definirlo, altamente influenzata dalla cultura pop, che riesce pienamente nell’intento di scuotere lo spettatore grazie alla sua inebriante follia. 

13. Shrew’s Nest (2014)
dir. Juanfer Andrés, Esteban Roel
Si tratta di un piccolo gioiellino prodotto in Spagna e mai approdato in Italia, Andrés e Roel firmano un film dalla vena hitchcockiana. Spagna, anni Cinquanta. L’agorafobia costringe Monste a rimanere chiusa in un sinistro appartamento di Madrid e il suo unico legame con la realtà è rappresentato dalla sorella minore, di cui si è sempre presa cura sacrificando la propria giovinezza. Un giorno, però, Carlos, uno spericolato vicino di casa, cade giù per le scale e arriva alla loro porta. Entrando nel loro nido, difficilmente Carlos potrà mai andare via. Shrew’s Nest è un elaborato percorso psicologico tessuto sui traumi dei suoi protagonisti, degno di una pièce teatrale.
12. Goodnight Mommy (2014)
dir. Severin Fiala, Veronika Franz
Una strizzata d’occhio al cinema di Michael Haneke, quella dei due registi austriaci che firmano anche la sceneggiatura di una pellicola dove nulla viene svelato ma ogni cosa viene scoperta passo dopo passo dallo spettatore. Nel corso di una calda estate, in una solitaria abitazione tra i boschi e i campi di mais, due gemelli di nove anni attendono la madre. Quando questa torna a casa, bendata dopo gli interventi di chirurgia estetica a cui si è sottoposta, nulla sarà come prima e i gemelli inizieranno a dubitare della sua identità. Una critica alla società colpevole di aver eretto un mito della chirurgia estetica, legato al mondo dell’apparire dove inevitabilmente a perirne sono le nuove generazioni, straniate e confuse, grottescamente costrette a un ritorno allo stato più selvaggio e per questo violento.
11. Rec (2007)
dir. Jaume Balagueró, Paco Plaza
Sulla corrente di quel cinema di genere che punta al realismo per suscitare il dubbio nello spettatore, i registi spagnoli Balagueró e Plaza si avvalgono della tecnica del found footage e creano una pellicola dall’indubbia efficacia. Una giornalista Tv in cerca di una storia di grande impatto ha finalmente l’occasione giusta: una notte, infatti, viene invitata a girare un servizio sui pompieri della città. Il momento pare arrivare quando un’anziana signora rimane intrappolata in casa, ma la notte si trasforma in un incubo. Lo straordinario successo di Rec darà vita a un evitabile remake nell’anno successivo, e a ben altri tre sequel, nessuno dei quali eguagliabile alla qualità del capostipite della saga.
10. The Orphanage (2007)
dir. Juan Antonio Bayona
Prima di essere apprezzato dalla critica mondiale per The Impossible (2012) e di recente per A Monster Calls (2016), J.A. Bayona ha esordito con una pellicola dal fascino gotico, enigmatica e dallo stile creep, quasi burtoniano. Una donna fa ritorno con la sua famiglia al suo paese natale per restaurare un vecchio orfanotrofio e farne un centro dedicato ai bambini disabili. Il nuovo ambiente eccita la fantasia di suo figlio, che comincia a intrattenersi con una specie di “amico invisibile”. Ma quando le fantasie cominciano a farsi più disturbanti la donna comincia a realizzare che qualcosa minaccia la sua famiglia. Convoca allora un gruppo di parapsicologi per cercare di capire le origini di quelle presenze. 
9. Martyrs (2008)
dir. Pascal Laugier
Vero e proprio cult movie per gli amanti del genere, da cui è recentemente derivato un ignobile remake. Lucie è ormai scomparsa da un anno, quando viene ritrovata mentre cammina lungo una strada, in stato catatonico, incapace di ricordare cosa le sia successo. La polizia scopre il luogo dove la ragazza è stata rinchiusa, un vecchio mattatoio abbandonato. Tuttavia Lucie non presenta alcun segno di abuso sessuale o di violenza. Quindici anni dopo, si trova in una casa in mezzo alla foresta, ha un fucile in mano. E uccide un uomo. Il regista francese Laugier realizza una pellicola unica, dalle molteplici chiavi di lettura che conducono lo spettatore piano piano fino al suo fulcro che nasconde un’improbabile ricerca filosofica sul continuo inseguimento dell’eternità da parte dell’uomo. 
8. Insidious (2010)
dir. James Wan
Per molti uno dei maggiori artefici di questo nuovo periodo d’oro del cinema horror, Wan è divenuto famoso per lo slasher Saw, ma accompagnato da un fantastico cast, Patrick Wilson, Rose Byrne e Barbara Hershey, nel 2010 ha realizzato una delle pellicole più brillanti del genere. La famiglia Lambert si è appena trasferita in una nuova casa, quando incominciano a accadere strani fenomeni: rumori inspiegabili, apparizioni, oggetti che si spostano da soli. Fino a che Dalton, uno dei tre figli, cade improvvisamente in coma, senza che i medici possano formulare una diagnosi precisa. Ben presto i Lambert decideranno di traslocare, però questo non risolverà il problema: il mistero li seguirà, infatti,  nella loro nuova abitazione, facendosi sempre più inquietante. Un horror ricco di idee e costellato di jump scare, dalla forte influenza mainstream, che però non perde la sua atmosfera dark ed evocativa.
7. Sinister (2012)
dir. Scott Derrickson
Con un ritrovato Ethan Hawke, Sinister è una pellicola che inghiottisce letteralmente lo spettatore nella sua ambientazione perennemente avvolta dall’oscurità, che è complice di una costante vena ansiogena della pellicola. Ellison è un giornalista scrittore che cambia in continuazione casa insieme alla sua famiglia, spostandosi in residenze che sono state scene di efferati crimini che ha intenzione di raccontare nei libri che scrive. Durante il suo ultimo spostamento, si ritrova all’interno di una casa dove è stata massacrata un’intera famiglia. Grazie a una scatola che contiene vecchi filmati, Ellison scopre che l’eccidio è stato opera di un’entità soprannaturale che mette in pericolo anche la sua vita e quella dei suoi cari.
6. L’evocazione – The Conjuring (2013)
dir. James Wan
Dopo il bellissimo Insidous, Wan fa di nuovo centro e si supera realizzando una pellicola vecchia scuola, che ricalca i film gotici del genere e allo stesso tempo cult come L’esorcista (1974), capostipite dei film a tematica esorcismo. Una famiglia del New England ha degli incontri ravvicinati con i terribili spiriti che infestano la loro casa colonica. Per liberarsi delle presenze maligne, la famiglia è costretta a chiedere l’aiuto degli investigatori Ed e Lorraine Warren, esperti di fenomeni dell’occulto. Per incarnare i realmente esistiti coniugi Warren, James Wan chiama nuovamente Patrick Wilson affiancato da una sorprendente Vera Farmiga.
5. The Neon Demon (2016)
dir. Nicolas Winding Refn
L’acclamato regista di Bronson e Drive, si cimenta nel genere horror e riesce a trascenderlo, realizzando una pellicola dalla perfezione stilistica che stravolge le sensazioni dello spettatore. Quando Jesse, aspirante modella, si trasferisce a Los Angeles, la sua giovinezza e la sua vitalità sono divorate da un gruppo di donne ossessionate dalla bellezza, che faranno di tutto per ottenere ciò che lei ha. Ricco di metafore e simbolismi, The Neon Demon è un’esperienza visiva senza precedenti. Disturbante e incisivo, dalla natura ermetica e selvaggia.

4. Lasciami Entrare (2008)
dir. Tomas Alfredson
Come molti film horror di successo nati nel continente europeo, anche il gioiellino di Alfredson ha avuto un tralasciabile remake americano. Oskar è un bambino fragile e ansioso che vive nei sobborghi operai di Stoccolma e che viene regolarmente schiacciato dai compagni di classe. Il suo desiderio di trovare un compagno si realizza quando nella casa a fianco arriva Eli, una sua coetanea piuttosto strana: pallida e seria, esce solo di notte e sembra non soffrire il freddo. Stranamente però l’arrivo di Eli coincide con una serie di morti misteriose: un uomo viene trovato appeso a un albero, un altro in un lago e una donna viene morsa sul collo… Intanto tra i due ragazzini è fiorita un vera amicizia e Oskar sembra aver trovato la forza di reagire alle angherie. Tuttavia inizia a capire quale sia la vera natura di Eli e intuisce che la sua amica dovrà presto abbandonarlo. Con Lasciami Entrare, Alfredson dà nuova linfa al genere dei vampiri e realizza un film dall’estetica minimalista che oscilla con grazia dai toni più dolci in relazione al legame tra i due piccoli protagonisti, e crudi, nelle scene di violenza che hanno come protagonista la piccola vampira. La versione horror di un romanzo di Fred Uhlman. 

3. It Follows (2014)
dir. David Robert Mitchell
Al terzo posto del podio un film divenuto un piccolo caso sin dal suo debutto al Sundance Film Festival. Per la diciannovenne Jay l’autunno dovrebbe essere solo scuola, ragazzi e fine settimana al lago. Dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, Jay si ritrova però afflitta da strane visioni e dall’inevitabile sensazione che qualcuno o qualcosa la stia seguendo. Di fronte a tale realtà, Jay e le sue amiche adolescenti devono trovare un modo per sfuggire agli orrori che sembrano stare a pochi passi da loro. Mitchell realizza una pellicola che aggiunge qualcosa di nuovo al panorama cinematografico contemporaneo, un horror che induce la paura, dove nulla viene mostrato oltre l’esplicazione di un concetto ricollegato alla più basilare delle nostre paure. Un’atmosfera evidenziata dalla magnifica colonna sonora elettronica, parte di una generale citazione al cinema e alla cultura teen degli anni ’80, con un sottotesto che riconduce inevitabilmente alla paura del contagio di quel virus che alla sua scoperta ha sconvolto le vite della popolazione mondiale.
2. Babadook (2013)
dir. Jennifer Kent
Clamoroso esordio alla regia dell’australiana Jennifer Kent, che realizza un film carico di citazioni ed efficace nel suo minimalismo. Sei anni dopo la violenta morte del marito, Amelia deve fare i conti con gli incubi di Samuel, il figlio di sei anni. I sogni del bambino sono tormentati dalla presenza di un mostro che ha intenzione di uccidere lui e sua madre. Quando un inquietante libro di fiabe chiamato The Babadook viene ritrovato in casa, Samuel si convince che sia proprio il babadook la creatura che non lo lascia in pace. A poco a poco anche Amelia comincia a percepire un’inquietante presenza intorno a sé, realizzando che ciò di cui Samuel la avvertiva potrebbe essere reale. Libero dagli stereotipi a cui il cinema horror mainstream ha abituato il pubblico, Babadook ricalca le atmosfere dell’espressionismo tedesco, a cominciare dal personaggio che dà il nome alla pellicola, e spaventa senza l’ausilio di jump scare o stratagemmi legati agli effetti sonori. La paura più cruda che la Kent riesce a rendere nella sua pellicola è frutto di geniali intuizioni e un’ottima tecnica registica. Degna di nota la grande performance di Essie Davis nel ruolo della protagonista.  
1. The Witch (2015)
dir. Robert Eggers
Al primo posto di questa classifica non poteva che esserci il recente The Witch, primo lungometraggio di Robert Eggers premiato al Sundance Film Festival. New England, XVII secolo. William e Katherine conducono una devota vita cristiana insieme ai loro cinque figli in una zona ai margini dell’impraticabile deserto. Quando il loro figlio neonato svanisce e il raccolto va a male, la famiglia comincia a disintegrarsi e tutti finiscono con il darsi addosso a vicenda. Il vero pericolo però è il male sovrannaturale che si nasconde nel vicino bosco. The Witch è un film che sull’aspetto tecnico vive le influenze del magnifico universo del cinema di Kubrick, e nella sceneggiatura, frutto di una scrupolosa ricerca tra i diari dei coloni inglesi del periodo, alla cultura narrativa dei Fratelli Grimm, questa pellicola ne risulta una versione molto più cruda e sacrilega. Un film che ha l’impianto di una classica pièce teatrale come The Crucible di Arthur Miller, ma che seguendo un vertiginoso crescendo raggiunge un magnifico apice evocativo, che spiazza lo spettatore, ritrovatosi ad assistere a una delle pellicole più eleganti e raffinate del genere horror di questo secolo.

Altri titoli degni di nota: Drag Me to Hell (2009) un grande ritorno in forma di Sam Raimi, il curiosissimo indie di Mitchell Lichtenstein intitolato Denti (2007), The Strangers (2008) di Bryan Bertino, l’horror fantascientifico Splice (2009), e poi Spring (2014), Honeymoon (2014) di Leigh Janiak, il riuscitissimo remake del film omonimo degli anni ’80 Maniac (2012) di Franck Khalfoun.
Uno dei vostri film horror preferiti è assente da questa classifica? Diteci la vostra nei commenti!