Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali – La recensione

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Di Simone Fabriziani

Dalle stelle alle stalle. Da rivoluzionario del linguaggio del cinema popolare americano a mero manierismo autocitazionista. Se queste antitesi bene si sposano con l’ultima propaggine della filmografia dello statunitense Tim Burton, lo stesso lo si può dire dell’ultimo tassello sul grande schermo del proprio grande affresco cinematografico dedicato alla figura del diverso, dell’esiliato, del freak.

Tratto dal romanzo “La Casa per Bambini Speciali di Miss Peregrine” di Ransom Riggs, il nuovo film di Burton Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali conferma e allarga ulteriormente le crepe di una carriera in caduta libera; perché dietro ad una pur affascinante storia di manieri isolati nella Cornovaglia, bambini dagli immaginifici quanto macabri poteri speciali chiusi in un loop temporale per evitare le bombe della Germania nazista senza scrupoli e un ragazzo predestinato a proteggerli, galleggia una messa in scena totalmente scevra di originalità visiva e narrativa.
Dove hanno sbagliato il regista e la sceneggiatrice Jane Goldman?

Se da un lato la scelta di confermare nel cast la sexy e dark Eva Green nel ruolo titolare (alla sua seconda volta con Burton dopo il flop di pubblico e critica di “Dark Shadows”) risulta azzeccata, lo stesso non si può dire del protagonista, affidato ad un Asa Butterfield svogliato e privo di carisma, imbrigliato in un adattamento da romanzo a film che nulla conserva del materiale letterario, originale e fantasioso.
A salvare la baracca dall’ennesimo fallimento slavato e poco incisivo di un Tim Burton sempre più stanco ci pensano un minaccioso e grottesco Samuel L.Jackson inedito mangiatore di occhi di bambini speciali (!) e un finale pirotecnico che tanto avrebbe fatto salivare di gioia Ray Harryhausen e che, almeno in parte, strizza l’occhio alla tecnica d’animazione dello stop motion, cifra imprescindibile del Burton migliore. Ma anche stavolta non basta per un autore che non scuote più il cuore e le menti degli aficionados dai tempi del macabro musical “Sweeney Todd”.

VOTO: 5/10





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