Allied – Un’ombra nascosta – La recensione

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 Di Daniele Ambrosini
Siamo nel 1942 quando Max Vatan, spia canadese, arriva a Casablanca per una missione segreta. Ad attenderlo c’è Marianne Beausejour, una spia alleata appartenente alla resistenza francese. Lo scopo della loro missione è quello di uccidere un ambasciatore tedesco ad una festa a cui prenderà parte l’alta società di Casablanca, ma nell’attesa i due dovranno fingersi una vera coppia e imparare a comportarsi come tale. È proprio durante questa pericolosa missione e questa forzata convivenza che le due spie si innamorano e decidono di andare a vivere a Londra.
Se siete riusciti a sfuggire all’invasiva campagna pubblicitaria del film non vi serve sapere di più per godervi a pieno questo film dai tanti colpi di scena, se invece vi è capitato di imbattervi anche solo in un breve spot pubblicitario saprete che buona parte del film è basata su un plot twist che vede Marianne sospettata di essere una spia tedesca.
Le aspettative per un film diretto da Robert Zemeckis e scritto da Steven Knight, nonostante qualche passo falso per entrambi negli ultimi tempi, sono comunque piuttosto alte; Allied non le ripaga completamente rivelandosi un film fin troppo classico, troppo codificato ma che allo stesso tempo offre allo spettatore dell’intrattenimento di pregevole fattura bilanciando in qualche modo il divario tra le aspettative e la realtà. 
La regia di Zemeckis è efficace ma non particolarmente vivace e si adagia in una comfort zone dalla quale non esce mai; inoltre avvalendosi dell’ausilio di una fotografia fin troppo patinata non riesce a dare al film il giusto impatto visivo. Ciò che non manca sicuramente è il ritmo, Allied non ha momenti morti e la sceneggiatura di Knight sotto questo punto di vista funziona perchè l’intreccio del film risulta interessante dall’inizio alla fine. I limiti diventano più evidenti nel momento in cui si analizzano le singole scene, non l’insieme: molti dialoghi risultano forzati e facilmente dimenticabili,  soprattutto quelli tra i due protagonisti, il cui rapporto è poco approfondito e ha semplicemente la funzione di collante per i fatti della trama principale legata allo spionaggio.
Se ci guardiamo indietro negli scorsi mesi si è parlato molto di Allied soprattutto per i suoi due protagonisti: Marion Cotillard e Brad Pitt. Gossip a parte, sono loro il cuore del film. 
I due protagonisti sono proprio agli antipodi: il Max Vatan di Brad Pitt è un personaggio poco accattivante e monocorde che il divo interpreta quasi svogliatamente, in una delle sue performance più sottotono; Marion Cotillard fa un ottimo lavoro invece, aiutata da un personaggio decisamente più interessante riesce a mostrare le tante sfaccettature della sua Marianne.
In sostanza con Allied ci troviamo di fronte ad un film di puro intrattenimento che parte da un intreccio interessante ma che fa solo il minimo indispensabile per renderlo accattivante per il pubblico, senza rischiare troppo soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi.
VOTO: 5,5/10