The Essential Eddie Redmayne: Le tre più incisive performance dell’attore inglese

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Di Alfredo Di Domenico

Non è da tutti poter vantare, a soli 35 anni, un Tony, un Oscar e molteplici altri premi, Eddie Redmayne può. L’attore inglese negli ultimi 10 anni ha costruito un’impressionante carriera, fatta di ottime interpretazioni ed eccellenti collaborazioni in campo teatrale, cinematografico e televisivo.


The Good Shepherd, Savage Grace, Elizabeth: The Golden Age, Marilyn, Les Misérables, La teoria del tutto, The Danish Girl, e in televisione I pilastri della Terra, sono solo alcuni dei titoli che costituiscono la sua sempre crescente filmografia. Quest’anno l’abbiamo ritrovato protagonista dello spin-off di Harry Potter, Animali fantastici e dove trovarli, che è diventato il suo più grande successo al botteghino.

Un talento singolare e un’ascesa ancora in atto fanno di lui uno degli attori più richiesti dell’ultimo lustro. Sebbene la sua filmografia non conti numerosissime pellicole, data la sua giovane età, ci limitiamo a scegliere i 3 ruoli chiave che, secondo noi, meglio lo definiscono.

Savage Grace (2007)

dir. Tom Kalin
La storia vera di Barbara Daly, una bella ragazza di modesta estrazione sociale che sposa Brooks Baekeland, un rampollo dell’alta società, erede della fortuna accumulata dal padre, Leo, inventore della bakelite. Una “tragedia” in 6 atti – articolata nel periodo dal 1946 al 1972 – che racconta l’ascesa, lo splendore e la caduta di una famiglia. Accanto a una sempre magnifica Julianne Moore, Redmayne si cimenta in uno dei ruoli più controversi e scomodi della sua giovane carriera che lo avrebbe visto da lì in poi scivolare in una comfort zone, da cui è difficile riemergere. Ambiguo e pungente, risulta insieme alla Moore, la cosa migliore di una pellicola di poco carattere, che non avrebbe avuto motivo di esistere senza le ottime performance dei suoi protagonisti.

Les Misérable (2012)

dir. Tom Hooper
L’ambizioso progetto di Tom Hooper costituisce un singolare esempio di Musical per il cinema, un adattamento quasi azzardato ma che ha riscosso un successo enorme riportando la vittoria di 3 Oscar. Hooper si è avvalso della presenza di attori formidabili, da Hugh Jackman a Russel Crowe, da Helena Bonham Carter a Anne Hathaway fino a Eddie Redmayne. Un ruolo di supporto ma che lascia il segno, non solo per la sensibile e profonda interpretazione del suo personaggio, il rivoluzionario Marius Pontmercy, ma anche per le impressionanti doti canore che sino ad allora ignoravamo avesse. Probabilmente è stato proprio questo il ruolo che l’ ha portato fuori dall’ anonimato e l’ha reso interessantissimo sia per i registi e sia per chi non lo conosceva ancora. L’unica nota dolente fu una mancata candidatura agli Oscar in supporting, non fosse altro per la commovente e dolorosa scena di “Empy Chair and Empy Table” in cui davvero si mostra in tutto il suo talento.

The Danish Girl (2015)

dir. Tom Hooper
Ci sono attori che quando trovano la giusta alchimia col proprio regista riescono a fare cose incredibili. Così è successo in questa seconda collaborazione tra Redmayne ed Hooper in The Danish Girl.Il film tratta della storia di Lili Elbe, una delle prime persone a essere identificata come transessuale e la prima a essersi sottoposta a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale. Un ruolo che spinge Eddie al limite, gli sguardi, la voce, le espressioni, le movenze, tutto curato nel minimo particolare. Una performance da manuale, molto più gradita, forse, più di quella per cui ha vinto l’Oscar l’anno precedente in La teoria del tutto, al limite del manierismo. Affiancato da una splendida Alicia Vikander Eddie commuove lo spettatore portando sullo schermo un personaggio controverso e problematico, ma anche sensibile e delicato, con grande trasporto e e grande passione.