Interrogandoci sui più grandi talenti maschili attualmente in attività abbiamo risposto al difficile quesito, anche questa volta, in maniera puramente soggettiva.
Parlando di magnetiche presenze non posso non tirare in ballo Jack Nicholson, sebbene io lo consideri veramente folle è proprio nelle parti in cui non interpreta un malato di mente, quelle meno famose, che ne ho riconosciuto il genio, basti vedere About Schmidt, Voglia di tenerezza e Ironweed. Jack è un genio visionario irripetibile.
Volendo puntare lo sguardo sul cinema britannico, mio grande punto di riferimento, non posso non menzionare Sir Ian McKellen, immenso interprete teatrale, pieno di charme, versatile, passa con disinvoltura da Shakespeare a Magneto di X-Men risultando sempre impeccabile. Mi ha stregato in Demoni e dei, prima ancora che vestisse i panni che gli hanno dato la fama cinematografica, ovvero quelli di Gandalf. Superbo.
Daniele Ambrosini
E perciò non riuscendo a decidere un solo nome voglio dare due risposte diverse, una più scontata ed una un po’ meno: innanzitutto Joaquin Phoenix perché non ricordo un film in cui non sia stato eccezionale – non bravo, proprio eccezionale -, è uno di quegli interpreti di cui abbiamo un profondo bisogno, un talento puro; poi direi Paul Dano, giovane attore dal talento incredibile che negli ultimi anni si è imposto come uno dei migliori della sua generazione. Certo ha ancora molta strada da fare ma fin’ora ha sempre scelto ruoli interessanti e restituito grandi personaggi ed ottime performance, se si fermasse qui avrebbe già una filmografia invidiabile, per me è uno dei migliori attori che ci siano in circolazione, e attendo con ansia che questo mio pensiero venga condiviso da più persone.
Simone Fabriziani
Una credibilità agevolata anche dalla tridimensionalità delle sue prestazioni, dove McConaughey attraverso luci e ombre dipinge i profili dei suoi antieroi, come il tormentato Rust Cohle di True Detective, probabilmente la più grande performance mai vista negli schermi televisivi. Attraverso voce, gesti, e sguardi Matthew McConaughey riesce sempre a catalizzare l’attenzione dello spettatore. Un esempio di notevole versatilità artistica e una carriera che ci riserverà ancora sbalorditive interpretazioni e personaggi.
Edoardo Intonti
Gli interpreti da me scelti, appaiono spesso nella lista dei miei film preferiti, inutile dirlo.
Detto questo, nonostante le scelte possano sembrare curiose; escludendo volutamente i major players attuali come Tom Hardy, Michael Fassbender e Leonardo DiCaprio; non mi vergogno di dire che questi tre signori siano per me spesso sinonimo di bel film o quantomeno di prova attoriale magistrale. L’elenco dovrebbe essere più lungo, per ora mi limito a queste scelte:
Nel mio cuore fin dai tempi dei film di James Ivory, è uno dei pochi attori che ha saputo davvero rinnovarsi negli anni, continuando a partecipare a progetti di qualità a discapito dell’avanzare della sua età. Anthony Hopkins è uno dei più grandi interpreti shakespeariani viventi, con all’attivo 4 nomination agli Oscar (non un parametro fondamentale, sopratutto perché assegnatogli per una delle performance più brevi della storia) e una filmografia invidiabile, non tanto per le collaborazioni più o meno celebri, tanto per la vastità di tipologie di ruoli ricoperti.
Tra gli altri colleghi d’oltreoceano, tra i più meritevoli secondo il sottoscritto, troviamo uno fra tutti John C. Reilly, che in più di in occasione ha dimostrato di saper cambiare il proprio registro attoriale da comico a drammatico: Chicago, The Lobster, E ora parliamo di Kevin, Carnage, dimostrando di non essere un semplice caratterista dalla fisicità inusuale, ma un vero performer a tutto tondo.
Impossibile non citare inoltre poi l’attore feticcio di Quentin Tarantino, Samuel L.Jackson, colpevole di svendere il suo talento anche per pellicole dalla dubbia qualità, ma di rimanere ad oggi uno degli interpreti colored più apprezzati dal sottoscritto, e che spesso e volentieri avrebbe meritato quantomeno qualche nomination simbolica in più.