Di Simone Fabriziani
Nel piccolo delle “sole” tre statuette vinte il fenomeno indie scritto e diretto da Barry Jenkins adattato in parte da un testo teatrale mai portato sul palcoscenico da Tarell Alvin McCraney ha sfondato il muro di vari record facendo il colpaccio questa notte.
Ma ripercorriamo velocemente il tragitto inusuale di “Moonlight” verso l’Oscar 2017:
Maggiori premi della critica vinti:
Chicago- Dallas – Los Angeles – National Society of Film Critics – Online Film Critics – San Francisco – Southeastern
Critics’Choice Awards:
Miglior Attore Non Protagonista – Miglior Cast
Golden Globe:
Miglior Film Drammatico
Screen Actors Guild Awards:
Miglior Attore Non Protagonista
Writers Guild Awards:
Miglior Sceneggiatura Originale
Independent Spirit Awards:
Miglior Film – Miglior Regia – Miglior Sceneggiatura – Miglior Montaggio – Miglior Fotografia – Miglior Cast
Moonlight diventa cosi il secondo titolo a vincere la statuetta più ambita senza ottenere nella sua corsa la tripletta (o una di esse) SAG Ensemble/PGA/DGA dopo il caso di “Braveheart” del 1995; il film di Barry Jenkins è inoltre l’unico titolo ad aver vinto la statuetta con il combo inedito Golden Globe Drama/WGA,ma ben più importante, “Moonlight” è la prima pellicola dai contenuti LGBT a vincere l’Oscar al Miglior Film. Mettendo per un momento da parte le innumerevoli e discutibili polemiche politiche e di merito.