10 serie tv da recuperare e che probabilmente non avete mai visto

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Di Gabriele La Spina, Edoardo Intonti
Il piccolo schermo ha ormai raggiunto un alto apice di qualità in questi anni, generando sempre più patiti di serie televisive. Tuttavia esistono moltissime produzioni che passano ancora inosservate nonostante i grandi pregi, e soprattutto vi sono serie che ancora prima che fare serie per gli hollywoodiani diventasse un trend, hanno dimostrato di essere una voce fuori dal coro del panorama televisivo.

Se quello che cercate è una serie di cui ben pochi hanno sentito parlare, un’alternativa ai titoli di punta della televisione, questa lista è ciò che fa per voi. Nomi rilevanti che hanno forse avuto poca fortuna sul versante della popolarità con il loro approdo televisivo, ma anche piccoli capolavori televisivi passati sfortunatamente inosservati. Ecco quali titoli dovreste assolutamente recuperare, possibilmente in binge watching.

Top of the Lake (1 stagione, 2013)

Ancora prima di firmare il crowd pleaser Lion, Garth Davis aveva esordito nel piccolo schermo affiancando alla regia la straordinaria Jane Campion, regista australiana dallo sguardo unico sceneggiatrice insieme a Gerard Lee di una delle più interessanti serie di carattere indie degli ultimi anni. Laketop è un paese piccolo e cupo della Nuova Zelanda, che riecheggia a momenti Twin Peaks e a momenti l’ambiente di Les revenants. La detective Robin Griffin torna alla sua casa natale per assistere la madre, malata terminale di cancro, che vive ancora nella città con il suo attuale compagno, dopo la morte del marito. A pochi giorni dal suo arrivo Robin viene coinvolta in un caso dalla polizia del posto, nella persona del sergente Al Parker. Una ragazzina dodicenne di nome Tui ha cercato di annegarsi nel lago e il motivo viene presto scoperto: è incinta. Mentre cominciano le indagini per scoprire l’identità del presunto violentatore Tui sparisce misteriosamente senza lasciare alcuna traccia e a quel punto Robin comincia a interrogare gli abitanti del luogo e a scandagliare il lago e il bosco adiacente, per scoprire dove si è nascosta o dove viene tenuta prigioniera. Un’impressionante performance di Elisabeth Moss, affiancata da pesi massimi come Holly Hunter e Peter Mullan, è il tocco in più alla meravigliosa atmosfera resa dalla regia rarefatta, spesso evocativa e incisiva della Campion. Quest’anno vedremo in tv la seconda stagione della serie con Nicole Kidman nel cast.

United States of Tara (3 stagioni, 2009-2011)

Prodotta da Steven Spielberg, la serie racconta di Tara: moglie e madre di famiglia, ma non solo, una donna affetta da disturbo dissociativo dell’identità, manifesta personalità multiple che spuntano all’improvviso nei momenti di maggiore difficoltà psicologica. Il marito, i figli e la sorella sono più o meno abituati alla situazione e adottano delle regole predeterminate insieme all’analista per interagire con gli alter ego di Tara. La sottovalutata Toni Colette si cimenta in un’impresa impossibile, non solo uno dei ruoli più difficili mai ritratti sul grande schermo, ma allo stesso tempo terribilmente scomodo. United States of Tara espone una tematica mai portata alla luce prima d’ora aggiungendo diverse letture secondarie su temi come l’omosessualità e i traumi infantili. Nel cast una giovanissima Brie Larson ancora prima di trionfare agli Oscar per Room.



Dead Set (1 stagione, 2008)

Chi pensa che The Walking Dead sia l’unica serie televisiva a tematica zombi sia sbaglia di grosso, la serie britannica Dead Set potrebbe essere addirittura definita di gran lunga migliore della celebre serie horror. Sul pianeta scoppia un’epidemia zombi, ogni persona rimane infetta trasformandosi in una terribile creatura, fatta eccezione per un gruppo di persone che proprio in quel momento erano concorrenti di un’edizione del Grande fratello. Isolati dal mondo ormai apocalittico, capiranno solo pian piano quello che sta accadendo. Un’idea di fondo geniale che mescola senza strafare ironia e horror, riuscendo a spaventare e creare forti momenti di tensione per lo spettatore poi dissolti in divertenti trovate. Nel cast un ancora misconosciuto Riz Ahmed

London Spy (1 stagione, 2015)

Il duo esplosivo di Jim Broadbent e Ben Whishaw, si riunisce dopo la breve parentesi di Clous Atlas, portando sullo schermo della BBC una miniserie poliziesca in tinte LGBT unica nel suo genere, ispirata alla storia vera di Garreth Williams e la sua misteriosa morte, raccontando la ricerca disperata della verità da parte del compagno di una spia del MI6, alle prese con un’inquietante spirale complottistica per insabbiare l’accaduto. Scritto dal brillante Tom Rob Smith (autore del libro Chid 44), unisce in appena cinque episodi una regia fenomenale, interpreti inglesi della miglior selezione possibile (Charlotte Rampling e Mark Gatiss in primis) con una storyline sufficientemente contorta da tenere lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine.
The Honourable Woman (1 stagione, 2014)
Definito un sexy spy drama tra i migliori prodotti negli ultimi anni (anche in questo caso BBC), questa miniserie di otto episodi con protagonista Maggie Gyllenhaal (vincitrice per il suo ruolo di un Golden Globe) racconta di una multinazionale intenta nella realizzazione della papabile connessione con fibra ottica di tutta la Cisgiordania. La serie unisce tinte da giallo politico, terrorismo e tematiche sulla questione israeliana-palestinese e le vicende drammatiche di una famiglia dell’elité anglo-israeliana.
Schitt’s Creek (3 stagioni, 2015- )
Un’altra conferma da duo comico canadese di Catherine O’Hara (Beetlejuice, Mamma ho perso l’aereo) ed Eugene Levy (American pie, Campioni di razza), già noto agli esperti per diverse collaborazioni di commedie sperimentali, Schitt’s Creek è una serie inedita in Italia, costruita attorno alla facoltosa famiglia Rose, costretta a trasferirsi in un’anonima di Schitt’s Creek , abitata quasi esclusivamente da campagnoli ignoranti delle mode e delle necessità superficiali di una famiglia altoborghese proveniente dalla grande città. Se la premessa del gruppo di persone poste in un’ambiente a loro “opposto o ostile” può sembrare debole o già vista, vale la pena dare una possibilità ai quattro membri di questa famiglia e ai personaggi comprimari, scritti dallo stesso Eugene Levy e suo figlio reale (e all’interno della serie). Si è fatto diverse volte il nome dei protagonisti e della serie stessa come possibili contender per gli Emmy, accontentandosi comunque dei meno celebri Canadian Screen Award.
Channel Zero (1 stagione, 2016)
Questo prodotto Canadese, giunge come una ventata di aria fresca nel panorama horror cine-televisivo, schiavo dei soliti 4 cliché ormai ridondanti e non valenti il prezzo del biglietto. Channel 0 si ripropone di realizzare una serie antologica di breve durata (6 episodi all’anno) riguardante un diverso creepy-pasta (o leggenda metropolitana diffusa tramite la rete). Questa prima stagione, racconta molto efficacemente la leggenda di un certo programma televisivo per bambini, noto come Candle Cove, la cui programmazione avvenuta per la prima volta negli anni ’80, coincideva con la misteriosa scomparsa di diversi bambini, compresa quella del fratello gemello del protagonista, tornato ai giorni nostri nella sua cittadina natia , in concomitanza con la ritrasmissione del medesimo programma. Garantito il mistero riguardante la scomparsa dei vari bambini, in aggiunta all’ambiente rurale della provincia americana e ad interpreti decisamente apprezzabili nella loro “banalità” di persone comuni, una fra tutti Fiona Shaw (la zia Petunia di Harry Potter) e l’effettiva angoscia delle presenze sinistre, la rende personalmente una delle serie meglio riuscite in questo ambito. Le puntate possono risultare un po’ lunghe, ma è vero che solitamente gli ultimi 15 minuti spesso valgono l’attesa.
Baskets (1 stagione, 2016- )
Baskets rappresenta forse uno degli esempi più interessanti di comedy nel panorama statunitense, e allo stesso tempo più sottovalutata degli ultimi anni . Sulla falsa riga di Getting On, Transparents o Orange is the new black, si è capito che comedy può non voler dire solo gag slapstick, doppi sensi gratuiti o parolacce, ma che anzi, la televisione può elevarsi a rappresentare una realtà più credibile e più vicina a tutti noi, imparando a ridere (o sorridere) di noi stessi e della nostra società. Tutta la serie grida all’assurdo: Zach Galifianakis è Chip Baskets , un uomo da poco diplomatosi alla scuola professionale per clown di Parigi, dove, non sapendo parlare francese, era spesso umiliato e deriso da professori e compagni. I personaggi sono grotteschi ma mai così realistici nella loro estremizzazione : dalla madre interpretata da Luie Anderson ,un vecchio attore obeso, il gemello di Chip, Dale (interpretato sempre da Galifianakis), alla fedele agente di assicurazione Martha, co-protagonista zerbino di Chip e grande favorita del pubblico. Prodotta da Luis C.K., non sorprende si tratti di un eccellente progetto anche dal punto di vista visivo oltre che della scrittura. L’intera stagione (10 episodi) è costellata di flashback della vita parigina di Chip e della sua presunta storia d’amore con Penelope alternata con la realtà del Texas e della vita disastrata di Chip alle prese con la quotidianità di una madre ingombrante, un fratello insopportabile e un lavoro mal pagato.
The Comeback (2 stagioni, 2005-2014)
Prima creazione della geniale Lisa Kudrow (Friends), sfortunatamente non celebrata a dovere per la sua estrema creatività (dimostrata anche con la serie Web Theraphy, girata interamente attraverso skype con la presenza straordinaria di Meryl Streep) è una serie dal processo dalla storia produttiva singolare, trasmessa da HBO con una prima stagione nel 2005, viene ripresa quasi dieci anni dopo dalla stessa emittente, raccontando, tramite uno degli usi più geniali dell’uso del mockumentary, la storia dell’attrice Valerie Cherish alle prese con una crisi professionale. Nella prima stagione, Il personaggio della Kudrow riceve finalmente un ingaggio, dopo anni di inattività dalla serie-evento che l’aveva resa una stella emergente dello showbiz, con un ruolo però secondario e continuamente soggetto a tagli e riscritture. Assistiamo ad una delle serie più meta mai viste prima (con l’attrice Lisa Kudrow, ripresa dalla HBO mentre impersona l’attrice Valerie Cherish mentre interpreta il personaggio della comedy, a sua volta sotto l’occhio di una troupe del reality intento a seguirla ovunque. Supportato da un umorismo solo suggerito e da una rappresentazione molto facilmente veritiera del mondo di Hollywood, The Comeback è una delle serie da recuperare assolutamente.

Hand of God (2 stagioni, 2014-2017)
Il giudice Harris, l’uomo più potente e pericoloso della città, il cui figlio, tenta il suicidio finendo in un coma profondo in seguito ad una grave depressione. Harris si convince di sentire la voce di Dio e di dover compiere il suo volere per poter far risvegliare l’amato figlio. Oltre ad essere la performance migliore della carriera di Ron Perlman (e anche della co-star Dana Delany), è un gioiellino di scrittura televisiva, visionabile quasi in un colpo solo vista l’incredibile fluidità con cui scorrono le ore davanti le vicissitudini politiche, spirituali e morali dei protagonisti, incredibilmente caratterizzati Prodotta da Amazon, ingiustamente passata inosservata ai più, è ora disponibile anche in Italiano sul catalogo streaming di Amazon Prime, motivo in più per recuperarla immediatamente.

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