Baywatch – La recensione

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Di Daniele Ambrosini

Fin dalla sua prima scena l’adattamento cinematografico di Baywatch si mostra per quel che è, Seth Gordon mette subito le carte in tavola grazie ad un’apertura adrenalinica, kitsch e pop, con uno stile che ricorda vagamente lo spot di un profumo. Niente di eclatante, sia in positivo che in negativo, ma fin da subito è possibile capire quale sarà il tenore della pellicola che comunque qualche sorpresa la riserva.
In primo luogo il film è molto meno volgare di quanto ci si potrebbe aspettare, sicuramente si indugia molto sui corpi, sopratutto su quelli maschili, ma per fortuna questo elemento non viene mai calcato eccessivamente, anzi, gli sceneggiatori Demian Shannon e Mark Swift hanno percorso diverse strade nel tentativo di diversificare l’ironia presente nel film finendo per fare ironia su tutto, sfruttando numerosi generi, muovendosi dalla commedia demenziale al buddy movie.
Dwayne Johnson ricopre il ruolo di Mitch Buchanan (ai tempi di David Hasselhoff, qui presente in un simpatico cammeo), massiccio e devoto bagnino, pronto a tutto pur di difendere la Baia su cui oltre ai pericoli dell’oceano incombe la piaga di una nuova droga, la Flakka. Come ogni anno Mitch e la sua squadra indicono delle selezioni per scegliere un nuovo bagnino tirocinante, quest’anno si da il caso che i posti vacanti siano ben tre. Ad unirsi alla squadra sono Summer (Alexandra Daddario), Ronnie (Jon Bass), goffo nerd innamorato della statuaria bagnina CJ (Kelly Rohrbach, che riprende il ruolo di Pamela Anderson), e Matt Brody (Zac Efron), nuotatore vincitore di 2 medaglie d’oro olimpiche. Matt fatica ad inserirsi nel gruppo: è testardo, indisciplinato e fin troppo sicuro di sé. 
L’antagonista del film è Victoria Leeds (Priyanka Chopra) nuova proprietaria dell’Huntley Club, nonché proprietaria di quasi tutti gli immobili della Baia, che Mitch sospetta essere implicata nella vendita della Flakka. 

Baywatch è un film di corpi, in cui questi però sono principalmente lo spunto per la caratterizzazione macchiettistica dei personaggi, riconducibili a tipologie fisse, più per esigenze di copione che per una reale presa di posizione degli autori, come se fossimo realmente in una serie anni ’90, quando l’originalità non era proprio di casa in tv, così come la credibilità. E su questo il film ironizza ogni tanto, guardando alla serie originale così come a sè stesso, perchè in Baywatch è presente una buona dose di autoironia, che nell’economia del film male non fa, Insomma sono presenti momenti più volgari o espliciti ma sono comunque funzionali alla storia e bilanciati da momenti in cui la comicità assume una piega diversa, a volte addirittura più mite ed ingenua (nel senso buono del termine). 
La prima parte sembra funzionare abbastanza bene, il problema però è che la seconda parte è frettolosa e decisamente poco divertente. Il costante tentativo di commistione di generi porta la seconda metà del film a dividersi tra un action (con The Rock nel cast era impossibile che fosse altrimenti), una commedia romantica ed un buddy movie sulla scia di 21 Jump Street, anzi siamo molto vicini ai territori esplorati nel sequel, quel 22 Jump Street verso cui questo Baywatch ha un grande debito. Anche i film diretti da Phil Lord e Chris Miller sono adattamenti di una serie tv, ed è perciò indicativo che si potesse ottenere di più da un film come Baywatch che, checchè se ne dica, non muoveva da delle cattive premesse ma che in fin dei conti evolve male e finisce per essere una copia sbiadita e più ingenua (questa volta in senso negativo) degli Jump Street.
Una cosa da riconoscere al film è però lo spiccato gusto pop che si manifesta in sequenze coinvolgenti, colorate e dal montaggio frenetico e soprattutto in una colonna sonora di grande richiamo che va dalla hit “No Lie” di Sean Paul e Dua Lipa, al piccolo successo indie “Rill Rill” degli Sleigh Bells (qualcuno li ricorderà grazie a Bling Ring). 
In conclusione il film ha dei limiti evidentissimi e si muove su un terreno prestabilito e fin troppo prevedibile, ma allo stesso tempo non è tutto da buttare, sentire The Rock chiamare Zac Efron “High School Musical” così come un bravo Jon Bass due risate riesce a strapparle. 
VOTO: 5,5/10




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