Transformers – L’ultimo cavaliere – La recensione

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Di Daniele Ambrosini

Michael Bay, il più odiato dei registi hollywoodiani, torna in sala con un quinto episodio della goliardica saga a base di effetti speciali ed emozioni a buon mercato dedicata ai Transformers. Il pregio più grande del film è allo stesso tempo il suo peggior difetto: è esattamente tutto quello che ci si aspetta che sia. Si muove su un terreno sterrato, una via di facile intrattenimento che sembra non volerci neanche provare a fare qualcosa in più rispetto al minimo indispensabile, credendo di poter compensare terribili mancanze di sceneggiatura con le birabolanti scene d’azione condite di effetti visivi sempre più invasivi e sempre più preponderanti sulla componente “reale”.
Dopo una breve introduzione ambientata ai tempi di Re Artù e Mago Merlino (se vi dovesse sorgere il dubbio no, non avete sbagliato sala), il film si sposta ai giorni nostri: Optimus Prime ha lasciato la terra per andare alla ricerca di Cybertron, il suo pianeta d’origine, governato da Quintessa, spietata creatrice e dea pronta a tutto pur di far rivivere il pianeta; sulla terra invece la TRF, un’unità speciale anti-Transformers, da la caccia a Cade Yaeger e i suoi autobots. Mentre tentava di salvare la vita ad un antico Transformers Cade riceve in dono un amuleto, che più avanti scoprirà essere fondamentale per ritrovare un bastone dai grandi poteri, appartenuto a Merlino (al quale lo aveva donato Optimus Prime) ed ora ricercato da Quintessa per riportare la vita su Cybertron. Per salvare la terra e portare in salvo il bastone Cade avrà bisogno dell’aiuto di un esperto e possidente della storia dei Transformers, di una professoressa e di una bambina. 
Qualche tempo fa Anthony Hopkins ha dichiarato di non aver compreso la trama del film nel quale ha recitato, specificando però che questa difficoltà era legata alla mitologia della saga che lui non conosce. Il problema è che la trama del film è davvero incomprensibile, è tutto così veloce e confuso che niente viene sviluppato nel modo giusto e passaggi che meriterebbero maggiore approfondimento vengono liquidati con qualche battuta, mentre ci si sofferma molto su passaggi inutili. Tutto risulta essere poco calibrato, non si riesce nenche a capire chi sia il protagonista del film, tale è la confusione generata dal susseguirsi sullo schermo di personaggi sempre più inutili e mal caratterizzati. Non c’è un singolo passaggio che sia chiaro, perchè non c’è niente che sia realmente fondamentale nella sceneggiatura che non siano esplosioni, combattimenti e acrobazie. 
Il cinema di Bay è un cinema bulimico, che lavora per accumulo di inquadrature velocissime e sensazionalistiche mirate ad ottenere il costante stupore del pubblico ma che in fin dei conti è solo fumo. Un cinema che crea tanto rumore per non giungere a nulla. Un film come Transformers – L’ultimo cavaliere è il nulla più assoluto, è un film che non lascia niente allo spettatore. L’ultimo cavaliere non risulta riuscito neanche sul versante dell’intrattenimento per via della sua durata eccessiva, della difficoltà a seguire una storia sgangherata e poco interessante e per il susseguirsi di momenti morti e francamente evitabili. Una delusione cocente su tutti i fronti per l’ultimo capitolo di una saga che sembra infinita.



VOTO: 4/10


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