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Di Simone Fabriziani
Qualcuno dirà che al secondo episodio della settima stagione stiamo assistendo ad un capitolo di transizione, necessario preambolo alle ultime alleanze prima della tempesta di ghiaccio portata dall’esercito di morti sulle terre macchiate dal sangue dei Sette Regni. E chi pensa questo, ha necessariamente ragione.
Al secondo episodio televisivo, la penultima stagione de Il trono di spade non lesina sulle aspettative, e delude quelle di coloro in attesa di scontri epici a pochi episodi dal gran finale che si consumerà nell’ottava stagione. “Stomborn” è il momento narrativo perfetto e imprescindibile per forgiare nuove alleanze nel continente occidentale prima della conquista del trono di spade ad Approdo del Re; tre sono le forze politiche e miliari pronte a battersi per il controllo dei Sette Regni: la Regina Cersei (Lena Headey) e l’esercito dei Lannister pronto a fronteggiare i draghi di Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) con un’arma imprevista; al Nord Jon Snow (Kit Harington) cerca un’alleanza con la madre dei draghi per combattere il pericolo glaciale in arrivo oltre la Barriera con il potere del fuoco. Il rischio è quello di annientarsi militarmente ‘prima dell’arrivo degli Estranei.
Dal carattere fortemente discorsivo, “Stormborn”conferma una settima stagione di transizione necessaria; forse è lecito aspettarsi un’esplosione di azione spettacolare negli ultimi episodi, eppure con un numero più esiguo di capitoli gli showrunner David Benioff e D.B. Weiss vogliono concentrare al meglio le energie psicologiche dei vari personaggi superstiti per prepararli al meglio per l”la lunga notte” profetizzata dai preti rossi; il principe che fu promesso arriverà, salverà i sette regni da ghiaccio e riporterà l’alba su Westeros. Ma forse bisogna essere ancora un po pazienti affinché lo showdown finale abbia una ragione narrativa di accadere. Ancora un po di attesa, e forse saremo ripagati, nonostante il numero degli episodi si sta prosciugando velocemente.
VOTO: 7,5/10
