In ricordo di Martin Landau (1928-2017)

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Di Alfredo Di Domenico

Ieri ci ha lasciati il grandissimo Martin Landau, uno degli ultimi grandi del cinema americano testimoni dei fasti della Golden Age.

Si narra che nel ’55, assieme ad altri 2.000 partecipanti, tenta l’audizione per entrare all’Actor’s Studio di Lee Strasberg: solo lui e Steve McQueen vengono ammessi e li ha inizio la sua carriera. Tra le sue prime apparizioni cinematografiche, da ricordare quella nel film Intrigo internazionale del Maestro Alfred Hitchcock. Negli anni ’60, insieme alla compagna e l’attrice Barbara Bain, appare nella serie Missione Impossibile, in onda dal 1966 al 1969, che lo rende finalmente famoso. Sempre in coppia con la moglie interpreta la serie televisiva di fantascienza Spazio 1999 dal 1974 al 1977, anche questo con grande successo.
Dopo un breve periodo di declino, ormai 60enne arriva il ruolo della consacrazione accanto a Jeff Bridges in Tucker di Francis Ford Coppola. La parte gli procura la nomination agli Oscar e gli fa vincere un Golden Globe. Ma non è tutto una rinnovata popolarità risolleva le sorti della sua carriera, lavora infatti con Woody Allen in Crimini e misfatti fino alla collaborazione con Tim Burton che regala l’immortalità cinematografica con Ed Wood. La sua performance gli vale l’Oscar come non protagonista e il plauso della critica. 
Un attore consumato, garbato, poliedrico, forse un po’ stralunato ma è riuscito comunque a ritagliarsi un posto nella storia del cinema e sicuramente nel cuore dei cinefili di tutto ilo mondo che da oggi lo ricorderanno con affetto e nostalgia per i suoi ruoli che, sempre, ci hanno strappato un sorriso.

Fonte: The Hollywood Reporter


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