Twin Peaks 3×11 “There’s fire where you are going” – La recensione

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Di Simone Fabriziani

Chi nelle settimane passate lamentava mancanza di collante narrativo e rifiuto totale e deliberato della logica delle azioni nel revival di Twin Peaks, dovrà ricredersi; con la parte 11 “There’s fire where you are going” David Lynch e Mark Frost affrontano l’episodio forse fino ad ora più equilibrato dell’intera terza stagione.

Equilibrato perché porta aventi con maestria e senso della dinamicità le molteplici indagini e i molteplici misteri sparpagliati nel vasto territorio degli Stati Uniti; benché il tanto agognato ritorno di Dale Cooper intrappolato nel corpo dell’estraneo Dougie Jones attenda ancora ad arrivare, i progressi raggiunti dalle indagini incrociate danno finalmente alcuni frutti. Tra una morte improvvisa, un incontro ravvicinato con i temibili “woodsmen”e una curiosa consegna di un pacco nel bel mezzo del deserto del New Mexico, la parte 11 “There’s fire where you are going”è anche quella più cinefila stando ai numerosi richiami narrativi ed iconografici e alle numerose suggestioni cinematografiche, su tutte quella esplicitamente dedicata allo showdown finale di Seven , capolavoro del thrilling anni ’90 diretto da David Fincher.
In equilibrato bilico tra suggestioni esoteriche, misteri de detective story e tragedie private di famiglie in crisi in cerca di risoluzione attorno ai tavoli del diner della cittadina di Twin Peaks, la parte 11
metterà d’accordo e renderà felici i vecchi e nuovi adepti al mistero rinnovato di Frost e Lynch; a sette episodi dal finale di stagione (e anche di serie?), la strada per la Loggia Nera si fa ancora una volta più vicina, battuta da quelle che sono state, e saranno ancora fino alla conclusione attesa per la prima settimana di settembre, le infinite ed imprevedibili bizzarrie di un mondo che per David Lynch è sempre stato strano ed imperscrutabile, ma che oggi forse lo è ancora di più.

VOTO: 8/10


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