Un brano di Carly Rae Jepsen escluso dalla corsa agli Oscar crea polemica sul regolamento del premio

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Di Daniele Ambrosini

Il regolamento degli Oscar per determinate categorie ha sempre causato molte polemiche, ne è un esempio la categoria del miglior film che dal 2010 può contare un numero di candidati variabile da 5 a 10, così come la categoria del miglior film straniero il cui meccanismo di selezione prevede che ogni paese decida il proprio candidato prima di passare per la commissione specializzata dell’Academy. L’ultima categoria a tornare sotto inchiesta è la categoria della miglior canzone originale, dotata di un proprio regolamento, che quest’anno vedrebbe escludere dalla competizione “Cut To The Feeling” di Carly Rae Jepsen, contenuta nel film Ballerina.

È David Ehrlich di Indiewire a far notare che la canzone della cantante canadese, che altrimenti sarebbe stata tra le possibili favorite in un periodo di precoci previsioni Oscar, non è invece eleggibile ai premi per via di un cavillo tecnico: infatti il regolamento prevede che la canzone debba essere stata scritta appositamente per il film. Carly Rae Jepsen ha scritto il pezzo nel 2015 insieme a Simon Wilcox e Nolan Lambroza (noti autori pop, che hanno collaborato tra gli altri con Britney Spears e Selena Gomez) per il suo album “Emotion”, ma sentiva che la canzone aveva un potenziale cinematografico, perciò ha deciso di tenerla da parte e non inserirla nel suo disco, così da poterla poi inserire successivamente in un film. L’occasione è arrivata con il film Ballerina, una piccola produzione animata franco-canadese, nel quale alla Jepsen è stato offerto un ruolo da doppiatrice. Così “Cut To The Feeling” (insieme a “Runaways”, una canzone con un percorso analogo ma dal successo inferiore) è stata donata alla produzione, che la ha inserita nel film dove è possibile sentirla nella parte finale e come primo brano durante i titoli di coda. Il regolamento infatti prevede che una canzone per essere candidabile ad un oscar debba essere usata nel corpo del film (devono essere chiaramente udibili musica e parole) oppure come prima canzone dei titoli di coda. Non è necessario che le canzoni siano visualmente presentate, perciò possono anche solo fungere da accompagnamento; inoltre, come nella categoria dedicata alle colonne sonore, tutte le canzoni che presentino parti non originali (cover, remix, sample, parodie) non possono competere per il premio.
Andando indietro nella storia del premio possiamo notare che fino al 1941 per concorrere all’Oscar era necessario che una canzone fosse contenuta in un film, questa regola è stata cambiata a seguito della vittoria di Jerome Kern e Oscar Hammerstein II per “The Last Time I Saw Paris” contenuta nel film Lady Be Good, la canzone era stata infatti composta e pubblicata un anno prima dell’uscita del film e solo dopo era stata scelta per far parte della soundtrack di Lady Be Good. Da allora sono eleggibili soltanto canzoni che siano state scritte appositamente per un film, questo esclude di conseguenza tutte le canzoni esistenti precedentemente all’uscita del film in sala, perciò per esempio le canzoni presenti negli adattamenti di musical già esistenti non sono considerabili per il premio (si pensi ad Evita e Les Miserables che hanno aggiunto brani originali per concorrere al premio). Gli Oscar dispongono comunque di una commissione che si esprime sui casi dubbi, l’esempio più noto è quello del pezzo “Falling Slowly” dal film Once – una volta, che ha vinto la statuetta nel 2008: la canzone infatti era stata pubblicata in due diversi album prima che il film arrivasse nei cinema, per via dei lunghi tempi di produzione e distribuzione, la commissione ha constatato che la canzone pur essendo stata pubblicata molto tempo prima, era stata effettivamente scritta per Once e che quindi avrebbe regolarmente corso per la statuetta. Una situazione analoga si verificò due anni dopo con “In The Deep” dal film Crash. L’ultima modifica al regolamento è arrivata nel 2009, quando è stato decretato che il limite massimo di canzoni in cinquina per un film sia due, l’anno precedente infatti Come d’Incanto aveva ottenuto tre nomination, favorendo così uno split dei voti a favore proprio di “Falling Slowly”, curiosamente quell’anno l’unico film musicale con più di due canzoni eleggibili era High School Musical 3, che poi non ottenne alcuna nomination.
Indiewire spende buone parole per la canzone che, secondo Ehrlich, potrebbe portare una ventata d’aria fresca durante la ormai sempre più stantia notte degli Oscar. Ammettiamo che la canzone, energica e dal ritmo travolgente, abbia un certo potenziale da Oscar, soprattutto dopo i casi recenti di hit pop che hanno ottenuto la nomination, come “Happy” di Pharrell Williams e “Can’t Stop The Feeling” di Justin Timberlake, ma se eleggibile la canzone avrebbe reali possibilità di essere candidata? La Jepsen non ha ottenuto i risultati in classifica dei brani sopracitati e soprattutto non ha alle spalle una major che spinga la canzone, inoltre avere un brano pop, anche una hit, cantata da un noto interprete non è affatto sinonimo di sicurezza, basti pensare allo scorso anno, quando in lizza per la nomination c’erano i Twenty One PilotsFlorence + The Machine e, la ben più nota connazionale della Jepsen, P!nk. Ma aldilà di questo, “Cut To The Feeling” fa luce su una questione piuttosto urgente per gli Oscar: è possibile che una canzone inedita e contenuta in un film secondo i termini di regolamento venga esclusa solo per essere stata scritta prima del coinvolgimento degli autori del brano nel film? Pur essendo stata scritta due anni prima, “Cut To The Feeling” è a tutti gli effetti una canzone originale del film Ballerina. Quella di scrivere e di mettere da parte un brano è una prassi piuttosto comune tra gli autori ed i compositori musicali, perciò escludere una canzone solo per questo appare piuttosto scorretto; infondo la regola introdotta nel 1941 serviva per escludere brani preesistenti all’uscita del film, non a favorire un processo alle intenzioni degli autori. Finché un brano non viene pubblicato è impossibile stabilire da quanto l’autore lo avesse in testa o lo avesse buttato su carta, se non dalle sue dichiarazioni, ed è palese che queste non possano precludere le possibilità di un brano di essere candidato ad un Oscar.
Solo tre anni fa il brano “Young and Beautiful” di Lana Del Rey veniva escluso dalla cinquina finale, per via di un sabotaggio (delle false mail riguardanti l’ineleggibilità del brano furono inviate ai giurati dell’Academy) unito ad una pessima campagna pubblicitaria (vennero presentati per la nomination ben 5 brani da Il Grande Gatsby), a favore di “Alone Yet Not Alone”, brano successivamente squalificato perché il suo autore aveva usato in modo scorretto la sua influenza sui membri della commissione musicale. Solo tre anni e si torna a fare polemica su una delle categorie più interessanti e variegate degli Oscar, la categoria che negli ultimi anni ha fornito alcuni tra i momenti più memorabili e commoventi del premio (le esibizioni di “Glory” e “Til It Happens To You”, così come il premio a Markèta Irglova per “Falling Slowly”), ma che oggi ha bisogno di rivedere il proprio regolamento per far sì che l’inconveniente di “Cut To The Feeling” non si ripeta in futuro. Non è detto poi che la commissione musicale non decida di permettere al brano di concorrere, ma si tratterebbe solo di una soluzione una tantum che non risolverebbe il problema di regolamento, ormai datato, di una categoria viva e vivace come quella della miglior canzone originale. Non è inoltre detto che “Cut To The Feeling” arrivi alla nomination, anzi forse non la merita affatto, ma merita sicuramente di poter competere nelle fasi preliminari, senza essere bloccata da un cavillo tecnico vecchio di 75 anni, nato per tutt’altro scopo.